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Autore Topic: PREDATORI DI ORGANI  (Letto 1858 volte)

azucarillo

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PREDATORI DI ORGANI
« il: 11 Ottobre 2011, 09:12:28 »

Trapianti di organi: quello che non ti hanno detto
Nerina Negrello

 

Predatori di organi

Dal sito dell’A.I.D.O.:
Quando avviene il prelievo degli organi?
Quando sia stata accertata e documentata la morte encefalica o morte cerebrale, stato definitivo e irreversibile. L'accertamento e la certificazione di morte sono effettuati da un collegio di tre medici (medico legale, anestesista-rianimatore, neurofisiopatologo) diversi da chi ha constatato per primo la morte e indipendenti dall'équipe che effettuerà il prelievo e trapianto. Questi medici accertano la cessazione totale e irreversibile di ogni attività del cervello per un periodo di osservazione non inferiore a 6 ore.
Ma questa è veramente la Verità? Perché ci nascondono che la cosiddetta "morte cerebrale" è un'invenzione e che l'espianto si pratica a cuore battente e sangue circolante su un vivo che ha perso la coscienza?

Quello che non ti hanno detto
Non ti hanno detto che l'espianto di organi quali cuore, fegato, polmoni, reni, ecc., si effettua da persona in coma, sottoposta a ventilazione forzata, e non da un morto in arresto cardio-circolatorio-respiratorio, come tutti intendiamo.
La persona viene incisa dal bisturi mentre il suo cuore batte, il sangue circola, il corpo è roseo e tiepido, urina, può muovere gambe, braccia, tronco, ecc... Le donne gravide portano avanti la gravidanza.
Non è vero che prima si interrompa la ventilazione che poi, a cuore e respiro fermi, si inizi il prelievo, ma è proprio l'opposto.
Gli organi vengono tolti da persona che ha perso la coscienza, le cui reazioni alla sofferenza prodotta dall'espianto sono impedite da farmaci paralizzanti o da anestetici.

Prof. Dr. Massimo Bondì, L.D. Pat. Chir. e Prop. Clin. Univ. La Sapienza Roma, chirurgo generale e patologo generale: "La morte cerebrale è ascientifica, amorale e asociale" (Audizione Commissione sanità 1992).

Dr. David W. Evans, Fellow Commoner of Queens' College Cambridge, cardiologo dimessosi dal Papworth Hospital per opposizione alla "morte cerebrale": "C'è grande differenza tra essere veramente morto ed essere dichiarato clinicamente in morte cerebrale" (Audizione Commissione sanità 1992).

Dr. Robert D. Truog, Dr. James C. Fackler, Harvard Medical School Boston: "Non è possibile accertare la cessazione irreversibile di tutte le funzioni del cervello con i mezzi clinico-strumentali attuali [Critical Care Medicine, n° 12, 1992, "Rethinking Brain Death" (Ripensamento sulla morte cerebrale)].

Prof. Peter Singer, Presidente dell'Associazione Internazionale di Bioetica: "...la morte cerebrale non è altro che una comoda finzione. Fu proposta e accettata perché rendeva possibile il procacciamento di organi" (Congresso di Cuba 1996).

Dr. Cicero Galli Coimbra, Head of Department neurology and neurosurgery, Univ. Sau Paulo, Brasil: "...i protocolli diagnostici per dichiarare la morte cerebrale (test dell'apnea) inducono un danno irreversibile su pazienti che potrebbero essere salvati" (Convegno internazionale Roma 19/2/2009).


IL DIBATTITO SCIENTIFICO INTERNAZIONALE E' ROVENTE, MA IN ITALIA CONTINUA LA CENSURA.

Quello che devi sapere

NIHON UNIVERSITY: "TERAPIA DELLA IPOTERMIA CEREBRALE CONTROLLATA"
Neurochirurghi giapponesi hanno salvato 14 pazienti su 20 con ematoma subdurale acuto associato a danno cerebrale diffuso e 6 su 12 con ischemia cerebrale globale da arresto cardiaco da 30 a 47 minuti, riportandoli a normale vita quotidiana, con pieno ristabilimento delle capacità di comunicazione verbale.
"Una dichiarazione affrettata di cosiddetta 'morte cerebrale' senza che sia stata tentata tale terapia potrebbe ben costituire omicidio o, come minimo, premeditata omissione di soccorso e malpractice" (Yoshio Watanabe MD; Cardiac Transplantation: Flaws In The Logic Of The Proponents. JPN Heart J, Sept 1997 - Hayashi N, MD, Brain Hypothermia Therapy, JPN Med J, July 6, 1996).

Prof. Lodovico Bergamini, docente di neurologia all'Università di Torino scrive: "Un tracciato elettroencefalografico può essere normale anche se piatto, cioè privo di ritmo visibile: ad esempio soggetti adulti ansiosi o soggetti neonati possono avere un tracciato piatto che di per sé non è assolutamente definibile patologico" (Manuale di neurologia clinica).

Molti medici illustri hanno espresso pubblica condanna al concetto di "morte cerebrale":
Prof. Dr. Nicola Dioguardi, emerito di medicina interna, Università di Milano;
Prof. Dr. Edoardo Storti, emerito di clinica medica, Università di Pavia;
Prof. Dr. Paolo Puddu, direttore dell'Istituto di patologia speciale medica e metodologia clinica, Università di Bologna;
Dss.a Maria Luisa Robbiati, anestesista-rianimatrice, già dell'ospedale S. Camillo e del Policlinico Gemelli di Roma;
Dr. Giuseppe Bertolini, anestesista-rianimatore, già degli Ospedali Riuniti di Roma;
Dss.a Stefania Dente, anestesista-rianimatrice, già all'ospedale C.T.O. di Napoli, anestesista all'Osp. di Bolzano;
Dr. Dario Miedico, specialista medicina legale, Milano;
Dr. Paolo Bavastro, cardiologo, primario medico alla Filderklinik, Stoccarda;
Prof. Giuseppe Sermonti, ordinario di genetica, Università di Palermo e di Perugia;
Dr. Dario Sepe, specialista malattie del fegato, Roma;
Prof. Dr. Rocco Maruotti, primario chirurgo, Milano;
Prof. Dr. Gerardo Ciannella, docente in medicina lavoro Univ. Napoli, Dirigente medicina preventiva Osp. Monaldi;
David J. Hill, M.A., FRCA emeritus consultant anaesthetist, Cambridge, UK; ...


CONTRO LA MORTE CEREBRALE A CUORE BATTENTE

La volontà di salvare gli organi ad ogni costo elimina la volontà di salvare il paziente ad ogni costo
Documento presentato al Parlamento e al Movimento Critico Internazionale
La così detta "morte cerebrale" costituisce il cardine centrale su cui è basata l'espianto-trapiantologia(1). Senza di essa la chirurgia sostitutiva centrata sull'espianto di organi da soggetti vivi che hanno perso la coscienza, non avrebbe avuto un seguito. I pazienti sotto ventilazione definiti arbitrariamente "cadaveri" dai medici che dichiarano la "morte cerebrale", in realtà non lo sono né per la biologia né per la legge.
Per la biologia non lo sono perché i pazienti hanno tutti i loro organi perfettamente funzionanti.
Per la legge non lo sono perché la normativa recita: "per cadavere si intende il corpo umano rimasto privo delle funzioni cardiorespiratoria e cerebrale"(2).
E' noto che le funzioni del cervello conosciute costituiscono solo il 10%(4), quindi la legge 578/93 che all'art.1 dichiara: "La morte si identifica con la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell'encefalo" è scientificamente assurda(3) perché non si può dichiarare "cessata" una funzione che non si conosce. Inoltre è stato ampiamente dimostrato da molti autori(4) e perfino dalla Harvard School di Boston(5) che alcune delle poche funzioni cerebrali note sono ancora presenti contrariamente a quanto enunciato dalla legge.

Entriamo così nel vivo della controversa questione dell'espianto-trapiantologia.
Già nel 1985 la Lega Nazionale Contro la Predazione di Organi e la Morte a Cuore Battente dichiarò inaccettabile la "morte cerebrale" e si costituì in associazione per contrastare tale concetto(6).
La "morte cerebrale" viene dichiarata sempre (rare sono le eccezioni) nelle prime 24/48 ore dal ricovero di un paziente comatoso, in genere traumatizzato cranico, in un reparto di Rianimazione, durante le quali non si attua alcun tentativo serio ed efficace di terapia finalistica.
La terapia è finalistica solo quando si oppone tempestivamente al processo patologico in atto.
Senza una terapia mirata si instaura un progressivo deterioramento della corteccia cerebrale, rendendo difficile il recupero del paziente.
Più il tempo passa più la sostanza grigia cerebrale, avida di ossigeno, perde la sua vitalità.
Quindi l'intervento chirurgico elettivo va sempre e comunque eseguito d'urgenza allo scopo di decomprimere il cervello. Il tempo in questi casi è prezioso e quindi andrebbe ripristinato l'intervento de-compressivo presso gli ospedali di prima accoglienza.

Infatti in passato il chirurgo degli ospedali minori aveva la preparazione per eseguire tali interventi decompressivi ed era tenuto ad effettuarli. Oggi, allo scopo di incrementare i trapianti, tali pazienti vengono avviati agli ospedali maggiori, più lontani, per cui sovente si superano i tempi ideali per il loro recupero. Così facendo però si salvano gli organi ad ogni costo.
La terapia finalistica non viene quasi mai attuata negli ospedali maggiori deputati al trapianto, poiché i neurochirurghi, pressati dalla richiesta di organi, sono consapevoli che salvare il paziente ad ogni costo può significare anche perderlo con l'atto chirurgico o durante il decorso post-operatorio, perdendo così i suoi organi.

Per terapia finalistica efficace intendiamo alcuni atti chirurgici: ventricolostomia, drenaggi extra e subdurali, e quando necessario craniotomia per ematoma extradurale, eseguiti d'urgenza, possibilmente nei primi 60/120 minuti dall'incidente(7) allo scopo finalistico di decomprimere il cervello.
E' bene chiarire che un'aspirazione di pochi cc. di liquido emorragico e del liquor ventricolare può essere sufficiente a decomprimere il cervello e così fare ricomparire la coscienza e fare uscire il paziente dal coma. Antiedemigeni, diuretici e ipotermia cerebrale controllata(8), completano il trattamento della terapia d'urgenza.

Infatti un soggetto colpito da un trauma cranico grave, ha sempre un versamento emorragico endocranico che, modesto nei casi di frattura/lussazione di una delle prime due vertebre cervicali (modesto perché sono ossa laminari sottili)(9), diviene al contrario un versamento ematico importante che si trasforma in un ematoma endocranico più o meno voluminoso in presenza di frattura della base cranica, cioè delle due rocche petrose che sono ossa molto vascolarizzate(10).
Notoriamente quest'ultimo tipo di frattura si diagnostica con estrema facilità anche prima di ogni accertamento radiologico per la presenza di una otorragia mono o bilaterale (presenza di sangue che si raccoglie nel padiglione auricolare).

Tale versamento emorragico infiltrativo e/o ematoma, comprime la massa cerebrale e quindi lo strato corticale/cerebrale (circa 1 cm. di spessore) a contatto con la struttura ossea indeformabile della volta cranica. La compressione dello strato corticale, sede dei centri sensoriali e dei centri motori e del linguaggio, che contribuiscono a formare la coscienza, determina il conseguente collasso del "canale sinaptico unificato"(11), struttura che come una rete labirintica si estende tra miliardi di neuroni. Tale collasso fa scomparire la coscienza. Il paziente si presenta in coma più o meno profondo a causa della compressione.

Stessa attenzione e tempestività di intervento si impone, è ovvio, per la patologia emorragica extradurale (ematoma da frattura o grave contusione delle ossa fronto-parietali). Tali pazienti hanno un tipico ritmo a due tempi: il paziente cade, si rialza, una piccola arteriola o capillare corticale/meningeo lacerato sanguina, si forma l'ematoma in un tempo variabile e il paziente entra in coma alcune ore dopo, quando la raccolta ematica determina una compressione della corteccia cerebrale.

Sia che il paziente giunga ad un ospedale maggiore direttamente o dopo aver perso tempo prezioso nell'ospedale minore, la patologia compressiva, trascorse 2/3 ore dal trauma, si aggrava. I medici preposti sono consapevoli che sottoporre un paziente ad un intervento decompressivo può comportare la perdita degli organi sia in caso di esito positivo (guarigione) che negativo (morte), in quanto gli organi seguono il destino del paziente.

I parenti vengono tranquillizzati e tacitati con la frase rituale "faremo tutto il possibile per salvarlo", ma rinunciando a qualsiasi intervento chirurgico decompressivo il destino del paziente è segnato. La dichiarazione di "morte cerebrale" copre qualunque malpractice ed evitando l'intervento i neurochirurghi, i rianimatori, i medici legali si sentono comunque al sicuro, poiché "Salvare gli organi ad ogni costo" è in linea con la filosofia di Stato.
Tale perverso comandamento elimina il salvare il paziente ad ogni costo, comandamento questo che affonda le sue radici nella storia della medicina.

Se il paziente comatoso giunge in ospedale con respirazione spontanea, ciò significa che i centri respiratori del bulbo non sono compromessi e pertanto non dovrebbe essere intubato se non per necessità operatoria. Di solito, però, il paziente arriva già intubato e ventilato automaticamente, anche quando non è necessario. Da quel momento le sue condizioni vengono valutate attraverso le risposte riflesse agli stimoli, l'esame elettroencefalografico e il test dell'apnea (sospensione della ventilazione, senza svezzamento, e attesa delle ripresa spontanea del respiro), che viene ripetuto anche più volte consecutive, per valutare la profondità del coma e stabilire il raggiungimento delle condizioni richieste dai protocolli dello Stato per la dichiarazione della cosiddetta "morte cerebrale". Con questo test si intenderebbe saggiare la reattività dei centri respiratori alla CO2 (anidride carbonica che si accumula nel sangue dopo l'arresto). Ma, con l'arresto del respiro, si provoca anche una diminuzione dell'ossigenazione del sangue (anossia), la quale, specialmente se viene ripetuta, può determinare un aggravamento, sovente irreversibile, delle condizioni neurologiche già critiche di un traumatizzato cranico(12).

A tale proposito dobbiamo ricordare una legge di fisiologia generale: qualunque organo, sistema, tessuto o singola cellula, se viene sostituito nella sua funzione cessa progressivamente di esercitare la funzione, sino alla sua atrofia. E' una legge ben conosciuta che riscontriamo nella metodologia dell'intubazione con ventilazione automatica. Ben lo sanno gli anestesisti, che per svegliare i pazienti dall'anestesia usano il metodo dello "svezzamento continuo e progressivo", non utilizzato nel test dell'apnea.
Si perviene così alla convocazione della commissione medica che decreta, senza possibilità di obiezione di coscienza, una condizione di patologia che, rispondendo ai criteri imposti dallo Stato, è dichiarata irreversibile. Tutto ciò è conseguente alla mancata terapia d'urgenza. Tale dichiarazione pertanto rappresenta una condanna a morte annunciata e messa in atto d'autorità dopo un ridicolo periodo di osservazione di 6 ore che avvia il paziente all'espianto dei suoi organi.
Espianto che viene eseguito su un paziente che reagisce istantaneamente all'incisione chirurgica con movimenti degli arti e del tronco, aumento della frequenza del polso e della pressione arteriosa a conferma della sua vitalità, rendendo necessaria la somministrazione preventiva di farmaci curarizzanti (paralizzanti) o di anestetici. E' solo con l'espianto degli organi che interviene la morte nel senso comune e classico del termine.

Il voler salvare gli organi ad ogni costo elimina la volontà di salvare il paziente ad ogni costo e così il concetto basilare della professione medica Primum Non Nocere viene tristemente abbandonato. E' tempo di restituire ai medici il diritto/dovere di curare secondo scienza e coscienza senza limiti imposti dallo Stato e dalle centrali del potere sanitario che hanno imposto la finzione della "morte cerebrale"(4).
E' tempo di rivedere drasticamente la legislazione in merito e dare voce ad un paziente che non può parlare, ma lancia il messaggio "perché non provate a curarmi?". Qualcuno dovrà pure ascoltarlo.

Per altre informazioni sull'argomento espianto organi: www.antipredazione.org
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Re: PREDATORI DI ORGANI
« Risposta #1 il: 12 Ottobre 2011, 12:51:27 »

Ho sempre espresso qualche remora a riguardo, tant'è che non ho mai accettato di diventare donatore con tali regole.
Molte son le vite che a tutt'oggi son state salvate con i trapianti, è vero, ma quante se ne sono spente... prima del dovuto?
A sentire il fior di quegli specialisti, qualche dubbio sorge, ahimè!

Argomento assai serio Azuca... ed assai preoccupante.
 
« Ultima modifica: 12 Ottobre 2011, 12:55:49 da Curvator cortese »
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Re: PREDATORI DI ORGANI
« Risposta #2 il: 12 Ottobre 2011, 14:02:15 »

Argomento assai serio Azuca... ed assai preoccupante.
 

Già, parecchio preoccupante. Ancor più preoccupante è il silenzio intorno all'argomento.
La disinformazione è una brutta bestia, mio caro, e non solo in questo campo.
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Re: PREDATORI DI ORGANI
« Risposta #3 il: 13 Ottobre 2011, 11:10:48 »

mi spizzavo questa interessantissima discussione in attesa di un illuminante parere del curvator cortese (conoscendo la sua professione).
Devo dire che se prima avevo grosse inquietudini in merito all'argomento trapianti pur non avendolo mai approfondito per mancanza di informazione o comunque di risposte obiettive alle mie perplessità, ora, dopo aver letto l'articolo postato da Azucarillo ed il commento di Vincenzo, sono ancora più perplesso!
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Re: PREDATORI DI ORGANI
« Risposta #4 il: 13 Ottobre 2011, 14:53:12 »

L'unico espianto che richiede il "cuore battente" è proprio il cuore.
Il fegato p.e. si può espiantare entro le 8 ore,comunicherò al più presto altre informazioni,le sto aspettando.
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Re: PREDATORI DI ORGANI
« Risposta #5 il: 13 Ottobre 2011, 15:13:19 »

L'espianto prevede l'accertamento di morte secondo le modalità descritte dalla legge 578 del 29 dicembre 1993 che, all'articolo 2 comma 2, recita:

Citazione
La  morte  nei  soggetti  affetti  da  lesioni  encefaliche   e
sottoposti  a  misure  rianimatorie  si  intende  avvenuta  quando si
verifica  la  cessazione   irreversibile   di   tutte   le   funzioni
dell'encefalo  ed  e'  accertata con le modalita' clinico-strumentali
definite con decreto emanato dal Ministro della sanita'.

e al comma 5:
Citazione
L'accertamento della  morte  dei  soggetti  affetti  da  lesioni
encefaliche  e  sottoposti  a misure rianimatorie e' effettuato da un
collegio medico nominato dalla direzione sanitaria,  composto  da  un
medico  legale  o, in mancanza, da un medico di direzione sanitaria o
da un anatomo-patologo, da  un  medico  specialista  in  anestesia  e
rianimazione  e da un medico neurofisiopatologo o, in mancanza, da un
neurologo o da un neurochirurgo esperti in  elettroencefalografia.  I
componenti del collegio medico sono dipendenti di strutture sanitarie
pubbliche.

Ciò è sufficiente per depredare un essere umano dei suoi organi. Anche se il cuore continua a battere.
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Curvator cortese

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Re: PREDATORI DI ORGANI
« Risposta #6 il: 13 Ottobre 2011, 16:30:52 »

Purtroppo, caro Paperinik, proprio avendo vissuto per per così tanti anni in mezzo ad ogni tipo di situazione, avendo conosciuto ogni tipologia di dirigenza e di Colleghi, essendo poi diventato io stesso direttore sanitario o medico responsabile in enti pubblici (RSA, Casa di Riposo, istituto per non vedenti), la mia preoccupazione si somma a quella dei tanti più autorevoli professionisti citati da Azuca.
In 25 anni ne ho viste di tutti i colori, con il denaro o l'interesse troppo spesso anteposto alla salute od alla sicurezza dei Pazienti, a tutti i livelli.
Ho combattuto per cause che ritenevo giuste perchè solo nell'interesse degli assistiti, troppo spesso lasciato sempre più solo contro interessati piccoli politici di bottega regionale (con longa manu sindacale), poteri comunque forti per l'interesse al proprio particolare... a tutto interessati tranne che alla salute dei degenti.
Ovviamente ho dovuto cambiare lavoro due volte (la terza è purtroppo alle porte a dicembre, con condimento di lettere anonime, anche di morte, sul groppone).

Le regole attuali per la donazione degli organi non mi hanno mai convinto, ancor meno il silenzio assenso.

Non metto in dubbio che vi siano fior di galantuomini Sanitari di ogni ordine e grado, sicuramente la stragrande maggioranza, che operano in perfetta onestà e, come si dice, in fede, scienza e coscienza; il fatto è come, ahimè, conosca anche un certo numero di dirigenti, colleghi, infermieri, assistenti, sindacalisti... anche in ambiente sanitario pubblico, accomunati dalla abominevole morale del vendersi (facilmente) per denaro, o per un piccolo potere di istituto, o solo di corsia, o solo per mantenere un posto di lavoro. La salute e financo la pelle del Paziente diventa allora veramente di secondaria importanza per ciascuno di loro: ben altro li alletta nelle mire dei loro bassissimi orizzonti, se non le tasche più piene e come pararsi i rispettivi culi a vicenda, nel miglior modo possibile per il "loro" ideale di governo clinico.  
La fortuna è non incontrare mai costoro in un ricovero per un serio problema, figuriamoci nel giorno della fine (apparente) della nostra vita...
Ecco perchè temo, caro amico, con un timore assai cogitato, Paperinik.
Ecco perchè altri autorevoli Professori del campo temono, eccome, ben sapendo come la legge attuale non aiuti, se non parzialmente, a tutelare al massimo (io direi meglio se totalmente) una vita... che si spenge.


P.S.
Informazioni alla portata di tutti su Internet:
È in vigore la Legge n. 91 del 1° aprile ’99, detta del silenzio-assenso, promozione trapianti, organizzazione, finanziamenti, export-import. Essa va a sommarsi alla L. 578/93, al D.M. 582/94 e D.M. Turco 11/04/08 che impongono concetto e dichiarazione della “morte cerebrale” in 6 ore per tutti, neonati ed adulti.
Questa legge prevede che il Ministro della Sanità emani un decreto attuativo con 10 direttive per la schedatura dei cittadini in donatori e non-donatori: come e quando le ASL dovranno inviare notifica documentata a ciascun cittadino affinché si presenti per la dichiarazione di volontà. Solo dopo tale notifica, quanti non avranno risposto all'ASL, verranno d'ufficio considerati donatori.
...Da più di 11 anni si attende tale decreto (art. 5): il Ministro inadempiente invece ha emesso un decreto temporaneo - 8 Aprile 2000 - contrario alla legge nello spirito e nella lettera, aprendo le porte a raccolte illegali e abusive presso Asl, ospedali, ambulatori, associazioni pro-trapianto e anagrafi comunali, siti web..., poi travasate nella totale assenza di garanzie nel database illegale del Centro Nazionale Trapianti. Questo è pericolosissimo per i non-donatori: diffide sono partite per tutte le ASL, i Ministri della Salute e presentazione di ricorso al TAR.
IN ATTESA DEL DECRETO VIGONO DISPOSIZIONI TRANSITORIE:
1) Diritto della persona di opporsi all'espianto di organi/tessuti con dichiarazione autografa, per es. la CARTA-VITA da noi emessa.
2) Diritto dei parenti di presentare opposizione scritta per coloro che non si sono espressi. I parenti sono esclusi in presenza di documentata volontà favorevole del malato. (Attenti ai tesserini fasulli!).
3) Senza una forma scritta d’opposizione “è consentito procedere al prelievo di organi e tessuti”.
È illegale che i medici chiedano ai parenti la firma di donazione, illegale e immorale “donare” un altro. È illegale e criminale espiantare un non-donatore fingendo di praticare una autopsia a cuore battente.


Vedete quanta poca certezza di tutela vi sia in tutto questo.
 :dontknow:
« Ultima modifica: 14 Ottobre 2011, 14:54:21 da Curvator cortese »
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Re: PREDATORI DI ORGANI
« Risposta #7 il: 13 Ottobre 2011, 21:25:08 »


Prima di tutto una premessa: la donazione di sangue e la donazione di organi sono entrambe forme di solidarietà, capaci di salvare la vita o di migliorarne sensibilmente la qualità a persone in condizioni seriamente compromesse (immagina un soggetto con anemia acuta conseguente ad un trauma, pensa a chi è affetto da insufficienza renale e costretto alla dialisi a giorni alterni, o chi presenta gravissime patologie cardiache incompatibili con la sopravvivenza). La principale differenza è che chi dona il sangue lo può fare rimanendo in vita, chi dona un solo rene anche, chi dona un organo vitale non può sopravvivere (ad esempio chi dona il cuore). Per tale motivo l’espianto di organi vitali si può eseguire solo da cadavere.

Così, negli anni sessanta, nacquero i primi tentativi di trapianto di cuore (Stati Uniti e Sud Africa), ma ci si rese ben presto conto che aspettando l’arresto cardiaco irreversibile (che veniva considerato l’unico segno di morte
certa…) l’organo da espiantare subiva modificazioni che non lo rendevano più utilizzabile per il trapianto. Si introdusse allora il concetto di “morte cerebrale” per definire legalmente deceduto un soggetto la cui attività cardiaca poteva essere mantenuta artificialmente, pur avendo il suo cervello
subito una serie di alterazioni incompatibili con la vita e senza speranza di ripresa. Tale decisione, che prende il nome di “convenzione di Harvard”, fu poi recepita anche da altri paesi, tra cui l’Italia.
Attualmente nel nostro paese l’articolo 1 della legge 578/93 identifica la morte di un individuo con la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo (anche se il cuore continua la sua attività contrattile ed il sistema cardiorespiratorio viene mantenuto artificialmente)
A questo punto si può essere d’accordo o no, ma tant’
è.
Veniamo dunque alle tue domande.
Quanto è riportato sul sito che tu hai citato corrisponde a realtà limitatamente ai seguenti fatti:
• L’espianto degli organi avviene con attività cardiaca ancora artificialmente presente.
• Il Ministro della Salute è inadempiente rispetto all’art.5 della legge 91 dell’aprile 1999 (normativa che disciplina i trapianti di organi), poiché non ha ancora emanato le direttive attuative.

Il silenzio/assenso, che attiene al diritto amministrativo, è un comportamento inerte che considera la mancanza di un dissenso specifico come assenso espresso (ad esempio la richiesta di una autorizzazione che non riceva un diniego esplicito entro tempi prestabiliti, può essere considerata con esito positivo, come se fosse stata esplicitamente concessa…)
Non è vero che si possa subire un espianto contro la propria
volontà, infatti:
• Attualmente l’espianto degli organi in mancanza di un
consenso specifico NON può essere attuato (tranne in casi rarissimi nei quali sia documentabile il mancato diniego all’espianto di un soggetto che abbia ricevuto dagli enti incaricati una informazione documentata con cui si
esplicitavano finalità e modalità di attuazione della legge in questione)
• Né può essere espiantato chi abbia chiaramente espresso il proprio diniego

Tuttavia:
• In mancanza di direttive attuative finali il consenso all’espianto (quando manchino i requisiti sopra ricordati) viene richiesto ai parenti prossimi (coniuge, convivente more uxorio, figli o genitori…) del soggetto in coma così come previsto dalla legge del 1999

Per concludere:
• La donazione degli organi non è una conseguenza diretta del coma (occorre un esplicito consenso del soggetto, o in mancanza di questo dei parenti prossimi)
• Per attuare un espianto occorre seguire delle procedure estremamente rigide a garanzia del soggetto da espiantare (l’accertamento di morte dei soggetti affetti da lesioni encefaliche viene redatto da un collegio medico nominato dalla direzione sanitaria e composto da tre specialisti in discipline attinenti alla materia – art.5 della legge 578/93)
• L’espianto degli organi avviene “a cuore battente” in presenza di “morte cerebrale”
• La posizione del Vaticano sulla questione è attualmente non contraria (ma non conosco i processi che
hanno condotto al cambiamento di una posizione originariamente ostile…)
• C’è un problema reale di disinformazione colpevole da parte delle istituzioni (..e non solo su questo argomento…!), ed in particolare da parte del Ministero della Salute
• Il rischio che si possano verificare abusi ed illeciti (traffico di organi, espianti abusivi, compra-vendita di tessuti etc…) è pur sempre possibile, anche se in Italia, grazie alla attuale normativa (pur se incompleta) le garanzie ed i controlli sono sicuramente superiori rispetto ad
altri paesi dell’area orientale (India, Cina…) dove le condizioni socioeconomiche sono tali da favorire l’illegalità.

Luigi Montevecchi dirigente Associazione Luca Coscioni.

Regole per l'espianto.

http://www.mguarrasi.it/AIDOmodica_file/doc/dona%20gli%20organi%20non%20fermare%20la%20vita.pdf
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Alexander Mitscherlic

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Re: PREDATORI DI ORGANI
« Risposta #8 il: 14 Ottobre 2011, 06:08:42 »


• Attualmente l’espianto degli organi in mancanza di un
consenso specifico NON può essere attuato (tranne in casi rarissimi nei quali sia documentabile il mancato diniego all’espianto di un soggetto che abbia ricevuto dagli enti incaricati una informazione documentata con cui siesplicitavano finalità e modalità di attuazione della legge in questione)

Il silenzio/ assenso non è un consenso. Chi tace non acconsente, chi tace sta zitto.


• Né può essere espiantato chi abbia chiaramente espresso il proprio diniego

Ma può essere espiantato chi, essendo disinformato, non ha dato il proprio consenso.

Tuttavia:
• In mancanza di direttive attuative finali il consenso all’espianto (quando manchino i requisiti sopra ricordati) viene richiesto ai parenti prossimi (coniuge, convivente more uxorio, figli o genitori…) del soggetto in coma così come previsto dalla legge del 1999

Per concludere:
• La donazione degli organi non è una conseguenza diretta del coma (occorre un esplicito consenso del soggetto, o in mancanza di questo dei parenti prossimi)
• Per attuare un espianto occorre seguire delle procedure estremamente rigide a garanzia del soggetto da espiantare (l’accertamento di morte dei soggetti affetti da lesioni encefaliche viene redatto da un collegio medico nominato dalla direzione sanitaria e composto da tre specialisti in discipline attinenti alla materia – art.5 della legge 578/93)



Il cuore che batte non è una garanzia di morte.
• L’espianto degli organi avviene “a cuore battente” in presenza di “morte cerebrale”


Sono noti tanti casi di risveglio da morte cerebrale.

• La posizione del Vaticano sulla questione è attualmente non contraria (ma non conosco i processi che
hanno condotto al cambiamento di una posizione originariamente ostile…)

Che c'entra? Perché si premura così tanto di far leva sull'emotività della gente (vedi la premessa, donare è solidarietà, il Papa ti dice di donare)? Gli argomenti sono scarsi?

• C’è un problema reale di disinformazione colpevole da parte delle istituzioni (..e non solo su questo argomento…!), ed in particolare da parte del Ministero della Salute
Concordo.
• Il rischio che si possano verificare abusi ed illeciti (traffico di organi, espianti abusivi, compra-vendita di tessuti etc…) è pur sempre possibile, anche se in Italia, grazie alla attuale normativa (pur se incompleta) le garanzie ed i controlli sono sicuramente superiori rispetto ad
altri paesi dell’area orientale (India, Cina…) dove le condizioni socioeconomiche sono tali da favorire l’illegalità.

I controlli su cosa? Non ci vuole molto ad essere più tutelati della Cina. Non mi sembra che l'Italia sia esente da illegalità.
« Ultima modifica: 14 Ottobre 2011, 06:11:20 da azucarillo »
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Se votare cambiasse qualcosa, sarebbe illegale. (Emma Goldman)

Curvator cortese

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Re: PREDATORI DI ORGANI
« Risposta #9 il: 14 Ottobre 2011, 14:37:33 »

Quindi il problema rimane, e con esso le preoccupazioni... pure!

"La volontà di salvare gli organi ad ogni costo tende ad annullare la volontà di salvare il paziente ad ogni costo"
« Ultima modifica: 17 Ottobre 2011, 10:41:19 da Curvator cortese »
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paperinik50

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Re: PREDATORI DI ORGANI
« Risposta #10 il: 14 Ottobre 2011, 14:49:54 »

spero che nessuno voglia i miei pezzi di ricambio oramai logorati dall'uso in una vita dissoluta e senza regole!!!  :thefinger:
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HONDA CBX1000 dell'80 con 31000 km originali (ma per muovermi agevolmente a Roma uso un SH300) ....... e quando non ho niente da fare spano bulloni e rovino filettature ..........

Curvator cortese

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Re: PREDATORI DI ORGANI
« Risposta #11 il: 14 Ottobre 2011, 14:56:30 »

spero che nessuno voglia i miei pezzi di ricambio oramai logorati dall'uso in una vita dissoluta e senza regole!!!  :thefinger:

...tranne quelle della migliore condotta di una barca a vela...
 :notworthy:
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