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Autore Topic: 10 giorni tra le alpi del trentino (Parte 1)  (Letto 2062 volte)

lavolpe

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    • Blog personale di Pier Luigi Pallini
10 giorni tra le alpi del trentino (Parte 1)
« il: 26 Agosto 2011, 17:02:43 »

Si e’ possibile!!! Decidere di partire dalla sera alla mattina e ritrovarsi a compiere un viaggio indimenticabile e’ una cosa possibile, e difficilmente lo avrei immaginato prima di realizzarlo!
 
Mi piacerebbe lasciare un racconto veloce, un breviario per chi volesse ripeterlo, ma senza un proemio non si capisce come si arriva dal nulla a decidere di fare 4000km in moto tra le curve delle alpi italiane in solitaria.
 
Tutto comincia da una situazione di coppia che degenerando ha portato alla decisione di stare un po da soli (a volte capita). Il viaggio organizzato, e ormai pagato, non risultava piu’ opportuno in quel momento portandomi a decidere così di trascorrere le mie ferie a Roma. Certo da soli ad agosto non e’ proprio cio’ che consigliano nei manuali del divertimento, ma in quel memento le mie preoccupazioni erano ovviamente altre, quindi riempivo le mie giornate come capitava senza farmi troppe domande!
 
Dopo una settimana passata tra le vie di Roma, una mattina mi ritrovo in libreria per  scegliere qualche cosa da leggere la sera! Forse condizionato dal fatto che non ero partito, mi ritrovo davanti allo scaffale dei libri di viaggio a sfogliare un paio di libri scritti per i motociclisti con foto stupende e tragitti interessanti tra le alpi europee. Quelle foto rievocano in me le immagini del viaggio fatto in Norvegia l’anno precedente risvegliando sapori motociclistici assopiti. Sullo stesso scaffale trovo un libro sui campeggi d’italia! Non so come, ma mi ritrovo a sfogliarlo, pero’ mi dico: “campeggio????”.  L’ultima volta che ci provai in moto fu a meno di trent’anni, sicuramente divertente… ma certo le mie condizioni fisiche non erano piu’ le stesse e chissa’ dopo 10 anni come mi ci sarei ritrovato! Alla mia età è sicuramente piu’ consono un Hotel o al massimo un B&B, ma non fanno per me! Ho provato l’esperienza di vivere l’albergo da solo per lavoro e devo dire che lo trovai estremamente noioso e demotivante. Il campeggio invece ti tiene occupato, ti costringe a svegliarti molto presto e stando vicino a tanta gente rende piu’ gradevole il soggiorno!
 
Mi ritrovo ad uscire dalla libreria con il libro dei campeggi sotto braccio… non so proprio perche lo comprai, ma forse nella mia testa si stava già delineando qualcosa, perlomeno il desiderio di allontanarmi da Roma per qualche giorno!
 
Arrivato a casa faccio una telefonata ai miei in vacanza al mare chiedendo se la mia vecchia tenda fosse ancora li’. Tutto finisce cosi, butto il libro sulla sedia e trascorro il resto della giornata come le altre! Ma la sera arriva la sorpresa! Mi ritrovo il bustone della tenda dentro casa, completa anche di un sacco a pelo che non ricordavo nemmeno di possedere, e un paio di confezioni di picchetti nuovi! Mio padre era passato per Roma portandomela pensando che mi servisse!
 
 Le borse da moto sono in garage… i vestiti casualmente appena puliti... e  la moto con le gomme già cambiate !!! Tutto stava diabolicamente coincidendo!
 
La notte non passa tranquilla… ormai il morbo del motociclista mi aveva di nuovo infettato e la passai ricordando le cascate norvegesi e le splendide immagini viste sui libri la mattina! Al risveglio ormai l’infezione era esplosa. Senza nemmeno pensarci  comincio la preparazione,  riempio le borse, monto la borsa da serbatoio, carico la tenda, controllo i documenti e la mattina seguente  parto senza nemmeno aver deciso ancora dove andare!
 
3 Agosto 2011
Il giorno della partenza.
 
E’ tutto pronto, doccia, colazione rigenerante e via sulla moto! Direzione Trieste. L’idea e’ quella di andare a visitare questa città che ho sempre idealizzato come punto di unione culturale tra l’Italia e i paesi slavi. Per poi chissà… spostarmi in Slovenia, o riscendere attraversando il litorale adriatico.
 
Fa caldo e l’abbigliamento motociclistico non aiuta. Per quanto io non usi la tuta, anche il giacchetto estivo e i guanti di pelle risultano assolutamente insopportabili. Quella giornata poi fu tremenda, il solo passare vicino ai camion ti fa sentire le cosce ustionare. Manca l’aria e il caldo proveniente dal motore mi costringe a continue soste! Una vera tortura!!!! Arrancando continuo solo nella speranza di trovare un po di refrigerio sull’appennino!
 
Arrivato sull’appennino e’ ormai pomeriggio. Durante il viaggio non avevo desiderato altro che un po di fresco… altro che mare! E poi le immagini dei monti innevati anche d’estate e delle cascate di montagna mi avevano accompagnato per tutto il viaggio! Ripenso sempre all’anno precedente quando andai in Norvegia e mi ricordai quanto fu bello passare il brennero desiderando in quell’occasione di tornarci per visitare la zona alpina! SI!!! era il posto giusto, Trieste poteva anche aspettare! Faccio due calcoli al volo e mi rendo conto che sarei arrivato a Trento a sera inoltrata. Mi sarebbe piaciuto arrivare almeno a Garda ma il caldo mi aveva distrutto! Provo cosi’ con il cellulare a vedere se c’e’ qualche B&B disponibile a Bologna! L’applicazione del telefono mi consiglia, non un B&B, ma addirittura un Albergo alle porte di Bologna a soli 35€ a notte! I giudizi degli ospiti sono tutti molto alti. Incredulo chiamo e chiedo conferma del prezzo … tutto vero, 40€ colazione compresa!!! Ho bisogno di una doccia immediata e di un letto comodo… e corro subito li! L’albergo si chiama Nettuno Hotel e si trova nella zona industriale a 7 km da Bologna. Si presenta meglio di quanto mi aspettassi. Prendo le chiavi della camera e con incredibile sorpresa scopro che la camera e’ ampia e comoda e ben pulita, per di piu’ arredata di un televisore LCD da 40’’ … cavolo che culo che ho avuto!!! :O
 
Doccia, un boccone al volo, e trascorro le ultime ore sfogliando il libro dei campeggi studiandomi la zona e cercandone qualcuno che non sia eccessivamente selvaggio, e che offra altri servizi oltre al camping!
 
4 Agosto 2011
Direzione ancora ignota!
 
Colazione abbondante all’americana, mi riempio piu’ che posso e parto in direzione Trento! Non ho ancora deciso da che parte andare, se verso Ponente o Levante. Ho trovato due campeggi interessanti in entrambe le zone, consigliati dalla guida stessa, quindi la decisione la prendero’ alla prima sosta!  Quando chiamo scopro che il Caravan Camping di Dobbiaco non ha posto, quindi chiamo il Dolomiti Camping Village a Dimaro i quali mi dicono di avere a disposizione solo una piazzola senza corrente. Non ho bisogno della corrente quindi accetto e parto per Dimaro. Arrivo senza alcun intoppo subito dopo pranzo! Il campeggio e’ a dir poco strepitoso, organizzatissimo, pulito, con un ottimo ristorante, una splendida SPA, una piscina scoperta, e la piazzola e’ a due passi dai bagni, con il torrente alle spalle e proprio accanto al curatissimo rafting club dove il via vai degli sportivi anima le giornate. Secondo culo incredibile, e’ il posto ideale per fermarsi qualche giorno! :O
 
Scarico la moto, monto la tenda, lavo le magliette utilizzate i giorni prima, e poi ceno al campeggio stesso mangiando una pizza al ristorante. La sera la passo leggendo sul cellulare i racconti dei motociclisti che hanno visitato la zona e segnandomi alcuni passi interessanti! Il blog piu’ interessante di tutti e’ intitolato “Passi sotto le ruote, 5 giorni in moto sulle strade delle alpi” che leggo con attenzione.
 
Il rumore del torrente mi coccola tutta la notte!

5 Agosto 2011
Passo Tonale, Passo del Mortirolo, Passo Stelvio, Passo Gavia
 
Oggi inizia il vero viaggio! Il tempo non e’ dei migliori, nuvoloni neri sparsi minacciano pioggia! Faccio colazione al bar del campeggio e parto subito in direzione del passo tonale essendo il piu’ vicino a dove mi trovo. Subito le nuvole mi costringono ad indossare il keeway impermeabile, e poco dopo le protezioni antipioggia complete. Poco male, era in conto di prendere l’acqua una volta sui monti! Per fortuna sono stato previdente e prima di partire ho messo tutto al riparo nella tenda, magliette lavate comprese!
 
Attraverso i paesi presenti fino al tonale, su una strada molto trafficata e con alto pericolo di trovare autovelox. Pero’ quello che mi colpisce e’ il fortissimo profumo di pino proveniente probabilmente dalle cataste di legna tagliata,  dalle stufe a legna e dai barbecue.  Mi fermo sul passo tonale solo pochi minuti giusto per qualche foto. Lo scenario e’ stupendo e con le nuvole basse diventa ancora piu’ suggestivo, ma la strada e’ trafficata dai molti turisti ed e’ altro che cerco! Riparto quindi subito in direzione di Ponte di Legno, e all’altezza di questo vedo l’indicazione a destra per il Passo del Mortirolo!!! Mai sentito prima, nemmeno nei racconti che avevo letto la sera, non ci passa praticamente nessuno quindi senza pensarci su un secondo giro e mi butto su una strada trafficata solo dai ciclisti. Centinaia di curve strette su un asfalto decente mi portano in poco tempo in cima al passo! Qui ho la prima sorpresa, ritrovandomi al centro di una zona attrezzata per il picnic. E’ incredibilmente suggestiva, ordinata e pulita! Sparse su un parto curato frammentato da zone boschive, si trovano panche di legno e barbecue in pietra! E’ un’area storica dedicata come tante altre alle battaglie della prima guerra mondiale, ma vedere un ordine cosi perfetto in una zona cosi poco conosciuta e per di piu’ trovarmici assolutamente solo nonostante fosse la settimana di ferragosto mi fa un certo effetto!
 
Proseguo dalla parte opposta discendendo il monte e smarcandomi i numerosi ciclisti. La destinazione e’ il passo dello Stelvio. Supero Sondalo e Bormio dove  comincia l’infinita risalita verso lo Stelvio. 40 tornanti uniti da rettilinei e pezzi curvilinei molto veloci, l’asfalto è perfetto ed incredibilmente con pochi turisti a percorrerlo. Delle strettoie dovute alle frane rendono il percorso ancora piu’ interessante. Piu’ in alto i tornanti si stringono tra due cascate presenti ai lati del monte. Un’ora circa di pura goduria motociclistica. In cima allo Stelvio bivaccano solo motociclisti stanchi ma felici, che mangiando si godono uno scenario indimenticabile.
 
Comincia a fare tardi e come primo giorno di curve l’ernia lombale comincia a farsi sentire. Vorrei discendere dalla parte opposta, ma l’ora tarda mi costringe a tornare verso il campeggio e quindi mi vedo costretto a ripetere la strada al contrario, cosa che di solito evito, per tornare a Bormio. Arrivato a Bormio mi prendo qualche minuto di pausa per studiare il percorso e vedere se c’e’ un modo per evitare di ripercorrere il tragitto dell’andata.
 
“SI!!!!!!” Fortuna vuole che proprio da li posso dirigermi presso il passo Gavia che dalla parte opposta ridiscende  verso Ponte di Legno. Altro passo che nei racconti non avevo mai sentito e senza indugio salgo in moto per attraversarlo! La strada e’ incredibile, ci sono praticamente solo io!
 
Ormai sono le 17, le nuvole si abbassano ancora (la pioggia mi ha graziato tutto il giorno) e l’imbrunire e la stanchezza fanno sembrare questi ulteriori 43km di curve infiniti. L’asfalto e’ ottimo, le curve divertenti, la strada attraversa prima una fitta boscaglia framezzata da scorci fantastici per poi stringersi  in cima percorrendo praticamente tutto il profilo alto del monte. Lo scenario e’ unico, mi ricorda la natura selvaggia della Tasmania, che tra i tanti viaggi che ho potuto fare e’ stata quella che mi ha regalato le emozioni piu’ belle!
 
Mi fermo in continuazione per scattare qualche foto, il buio e’ alle porte e il tempo si fa sempre piu’ minaccioso ma non posso evitare di immortalare quei paesaggi stupendi!  E’ senza dubbio il passo piu’ bello della giornata e forse il piu’ bello di tutta la vacanza.
 
Appena supero la baita posta sul punto piu’ alto del Gavia scende una nebbia fittissima. La condensa che si forma dentro e fuori la visiera del casco mi costringe a tenerla alzata e le gocce di brina mi bagnano il viso. La nebbia e’ cosi fitta che ad un certo punto sono convinto di camminare accanto il bordo di un burrone e invece, appena questa si dirada un minimo, mi accorgo che sto praticamente costeggiando un lago. L’acqua arriva a poco piu’ di un metro dal bordo dell’asfalto. Questo mi fa capire quali altri scenari fantastici mi sto perdendo a causa della nebbia.
 
Dal lato opposto si discende su tratto di asfalto ancora piu’ bello. Il guardrail, quando presente, e’ completamente ricoperto dal muschio, e a tratti il bordo della strada e’ delineato da rocce intagliate proprio come la strada dei Troll in Norvegia! La stanchezza pero’ si fa sentire, l’asfalto e’ bagnato e la pioggerella appanna la visiera. In piu’ una pendenza del 16% rende l’ultimo tratto ancora piu’ impegnativo, tanto che al termine di questo il freno posteriore risulta praticamente esausto. Le ultime curve che all’andata avrei affrontato con il coltello tra i denti, ora sembrano infinite.
 
Finalmente arrivato a Ponte di Legno posso ripercorrere il tratto di strada dell’andata, passando per il Tonale ed arrivare cosi a Dimaro.
 
Il resoconto della prima giornata e’ indescrivibile, un turbinio di emozioni positive, divertimento ed immagini  che mi accompagneranno per il resto della vita. Mi ritrovo dopo un solo giorno ad aver visto tutto quello che si poteva vedere nella zona e sarebbe intelligente andare via, ma e’ un peccato andarsene subito. L’idea e’ quella di rimanere ancora per dedicarmi alle foto e scovare i piccoli dettagli del luogo.

6 Agosto 2011
Tione di Trento
 
Di prima mattina, il tempo non e’ ottimo, ma il temporale ha imperversato tutta la notte e dovrebbe aver concluso il suo percorso.  Decido di dirigermi verso Tione di Trento passando per Folgarida e Campo Carlo Magno. Da li dovrei poi la sera rientrare attraversando Madonna di Campiglio,  quando vengono meglio le foto. La giornata passa tranquilla, mi fermo spesso a fare fotografie con il cavalletto e a guardarmi i paesi che incrocio. Dopo l’incredibile giro del giorno prima non ha senso allontanarmi troppo, tanto poi finirei per ripercorrere gli stessi passi.
 
Il passo Gavia pero’ mi rimane dentro, e vivo questa giornata di sole con il desiderio di girare e tornare indietro per andarmi a godere quello che avevo perso la sera prima per causa della nebbia. Non lo faccio nella speranza di trovare qualcos’altro di interessante, ma devo ammettere che se lo avessi fatto forse non mi sarebbe rimasto quel senso di incompiuto che invece ho provato per giorni!
 
L’unica nota divertente della giornata e’ stata che a Folgarida, subito dietro una curva, mi ritrovo un posto di blocco dei Carabinieri. Non aspetto nemmeno che alzano la paletta che mi fermo spontaneamente convinto che tanto lo avrebbero fatto. Ed infatti cosi sarebbe stato. Sicuro di me e di avere tutto in regola scherzo con i carabinieri e ci mettiamo a parlare della moto e delle gomme che monto. Sfortunatamente pero’ la mia convinzione crolla d’incanto quando uno dei due carabinieri mi fa notare che non avevo effettuato la revisione alla moto! “Cazzo e’ vero!”, infatti la prima e’ dopo 4 anni, e non 5 come credevo! Partendo cosi di getto senza nessun programma non avevo assolutamente pensato a controllare le date! Ma la fortuna mi aiuta di nuovo, perche quelle poche battute che ci siamo scambiati all’inizio mi hanno aiutato ad instaurare un rapporto di simpatia con loro e a farmi lasciar andare senza conseguenze spiacevoli, giusto con la promessa di farla fare il lunedi’ successivo alla riapertura delle officine! J
 
Tornando, all’altezza di Madonna di Campiglio, noto un cartello indicante la Val Brembana, se non sbaglio avevo letto qualcosa di positivo al riguardo, ma l’ora tarda non mi permette di andare a sbirciare cosa nascondesse quel percorso e proseguo per fare qualche foto al tramonto.
 
7 Agosto 2011
La Val Brembana
 
Qui le notti non passano come uno si aspetterebbe ad agosto, e anche questa non delude la media! Un temporale incessante mi accompagna per tutta la sera lasciandomi sperare che almeno il giorno dopo sarebbe stato bello, invece la mattina devo purtroppo constatare che non sarà cosi per tutto il giorno!
 
Il temporale continua incessante fino all’ora di pranzo e mi costringe in tenda! Starsene sdraiati tante ore in una igloo dove puoi giusto metterti in ginocchio non e’ il massimo ne per la schiena ne per l’umore. Per fortuna il china pad che mi ero portato come ebook reader mi permette di trascorrere le ore leggendo. Ma alle 16 ho raggiunto il limite. Devo uscire assolutamente. Nonostante la pioggia incessante mi infilo tutte le protezioni antipioggia che ho con me, salgo in moto e mi dirigo verso quel cartello indicante la val Brembana che avevo intravisto la sera prima tornando.
 
La strada e’ stretta e tortuosa da subito e sono assolutamente l’unico a percorrerla. L’asfalto e’ pessimo, sembra fatto a mano lasciando cadere palle di catrame a casaccio, a tratti la strada e’ attraversata da rigagnoli d’acqua che lasciano solchi profondi sul terreno e manca completamente una qualsiasi forma di protezione laterale! Continuo cosi’ per piu’ di 20 km, ed ogni istante mi dico di girare e tornare indietro, ma qualcosa mi spinge a proseguire comunque! La strada si inerpica sul monte salendo velocemente. Attraverso le nuvole.  A tratti queste si diradano lasciandomi scorgere paesaggi incredibili. Mi lasciano anche sperare che salendo ancora avrei trovato il bel tempo, invece una volta giunto in cima di nuovo la nebbia e la pioggia mi nascondono la visuale. Scorgo dai cartelli che ci sono due laghi alpini, e da quello che ho potuto vedere salendo capisco che con il sole sarebbero stati fantastici. Ci sono solo io ed un gruppo di vacche al pascolo. Decido di fermare la moto e proseguire a piedi nella speranza di riuscire a fotografare i laghi nella nebbia, anche se ammetto che la visuale nulla e l’ora ormai tarda mi consigliavano di non allontanarmi troppo. Riesco giusto a rubare un paio di foto sfruttando i momenti di visibilità maggiore. Il posto sembra veramente stupendo. Andrebbe assolutamente rivisitato con il bel tempo, magari anche con la giusta attrezzatura per camminare.
 
Tornando ho una sorpresa. Scopro che una delle vacche al pascolo, incuriosita dalla moto, si era avvicinata a questa forse alla ricerca di un po di calore residuo. Il pericolo che mi butti a terra la moto e’ altissimo ma la scena e’ troppo divertente, cosi decido di fotografarla prima di farla allontanare. Non sembra nemmeno infastidita dalla mia presenza, tanto che mi tocca spingerla per farla spostare. Quando salgo in moto per andarmene afferra il codino con i denti e la tira a se come se volesse dirmi di non andare via! Questa scena divertente mi ha ripagato della fatica della salita!
 
E’ tardi ed e’ ora di rientrare, la strada e’ lunga e ripercorrerla in discesa con il buio mi preoccupa. Non spingo mai sull’acceleratore visto che al primo errore rischierei di ammazzarmi e ci metto una vita per tornare a valle. Qui mi fermo nell’unico chalet a sgranchire il collo, riguardarmi le foto fatte e prendermi un cioccolato caldo (diavolo si … ad agosto!!!).

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