Riepilogo
La resistenza (e non l'impedenza se misuriamo col tester) del rotore si attesta sui
valori ; 3,5-4,6. La tolleranza è alta perchè una lunga spira di conduttore sottile
risente molto della temperatura. I conti tornano con lo statore che mantiene i valori
di resistenza stabili poichè composto da poche spire con conduttore di grossa
sezione (la res. è infatti molto bassa).
Non è vero che aumentando le spire aumenta il campo
magnetico, semmai diminuisce perchè aumenta la resistenza e quindi assorbe
meno corrente; aumenta solo l'omogeneità del campo magnetico (es. in macchina
si usano altoparlanti da 4ohm anzichè da 8ohm per assorbire più potenza dall'ampli
dato che 12V di alimentazione sono pochini).
Il regolatore di tensione del Bol d'Or utilizza un principio di
controreazione: fornisce una tensione al rotore inversamente proporzionale a quella
restituita dallo statore così da mantenere tensione stabile a prescindere dall'usura
delle spazzole, dalla temperatura e via dicendo.
In pratica non disperde l'energia in eccesso, ma ne fa generare meno all'alternatore.
Rotore
Il rotore si può "interrompere" a causa del raffreddamento delle spire, magari a seguito
di un riscaldamento eccessivo a volte del motore stesso, il cavo si ritira e si spezza.
Soluzione_
* Poichè principalmente si spezzano all'estremità, dove sono
saldati al collettore: nuova saldatura e un po' di resina MOLTO resistente.
* Riavvolgere.
Il rotore ha diverse spire in corto, bruciatura e crepatura dello smalto isolante, il
risultato è che ci sono meno spire utili e dunque un campo magnetico meno intenso
e non omogeneo.
Per farlo funzionare il regolatore dovrebbe essere in grado di fornire molta più corrente
di quanto è effettivamente capace.
Quel che genera confusione in questo caso è il fatto che l'alternatore genera corrente,
ma ne restituisce meno di quella che assorbe.
Osservando la spia del folle, quindi, vediamo che questa si illumina maggiormente
allì aumentare i giri del motore e questo ci trae in inganno.
Soluzione_
* Riavvolgere.
Statore
Statori bruciati non ne ho mai visti (ce ne vuole a bruciare quel filo di rame).
Quel che succede quasi sempre è che le spire perdono l'isolamento col traferro e
vanno a massa, il più delle volte a causa di uno schok meccanico.
Trattandosi di un trifase a neutro comune (o modo comune), basta che vada una
sola spira in corto per compromettere tutti gli avvolgimenti. Per testare la funzionalità
non serve controllare la resistenza tra le varie fasi, ma più semplicemente che non
ci sia la minima conduzione (resistenza infinita) tra una qualsiasi fase e il traferro
(quindi coperchio, telaio, negativo batteria ecc.). E' un' operazione semplice e spesso
basta un tester "sballato" (oppure una lampadina, una pila e un po' di filo).
A volte lavora a intermittenza, in funzione di vibrazioni e dilatazione da temperatura,
creando confusione. Da spento magari sembra tutto in regola. In questo caso un buon
tester potrebbe leggere resistenze tra massa e indotto anche di migliaia o milioni di ohm,
facendo pressione manuale sulle spire questo valore potrebbe variare moltissimo, da
infinito a qualche decimo di ohm.
Soluzione_
* Si recuperano trovando e bypassando le spire sotto accusa (uno funge
benissimo addirittura con un avvolgimento in meno per ogni fase).
* Riavvolgere.
Regolatore
Nel disegno dello schema a blocchi semplificato si può vedere come la
corrente sia diretta dallo statore alla batteria, mentre il controllo avviene sul negativo
che va al rotore. Si capisce anche come una volta accesa la moto, l'alternatore
autoalimenta il rotore una volta staccata la batteria (cosa che vivamente sconsiglio).
Ho seguito un corso notturno....................