LA STORIA
E il tribunale riapre la Morini
"Nuove moto per pagare i debiti"
Il curatore fallimentare: "Saranno realizzati 45 esemplari". Esultano i collezionisti dello storico marchio: i modelli venduti a prezzi ribassati
di MARCO BETTAZZI
BOLOGNA - L'aquila dorata della Moto Morini si rialza parzialmente in volo. In attesa di risorgere dalle ceneri del fallimento in cui è piombata l'anno scorso il tribunale di Bologna ha ordinato di far ripartire la fabbrica per sfornare a prezzi di favore 45 nuove moto assemblate coi pezzi rimasti in magazzino per pagare i debiti. Tra queste un modello ibrido che rimarrà un unicum nella storia della casa ed è destinata ad attirare l'attenzione dei tanti collezionisti che da sempre seguono con fede quasi religiosa il marchio.
Perché la Morini non è una moto "normale". Come e forse più della vicina di casa Ducati ha segnato la storia del motociclismo italiano e mondiale, sfidando per prima i giganti giapponesi sui circuiti di mezzo mondo con le innovazioni studiate sui banchi delle botteghe meccaniche di Bologna e provate lungo i viali della città. Ecco allora che anche i soli 45 esemplari che il curatore fallimentare Piero Aicardi rimette in produzione improvvisandosi costruttore diventano un piccolo evento che sta già animando i blog degli appassionati.
Una parte dei lavoratori in cassa integrazione, perlopiù donne, sono stati richiamati al lavoro per assemblare 16 Scrambler (la naked di casa Morini che affonda le sue radici in modelli nati negli anni Sessanta) e 29 enduro Granpasso, che verranno vendute, senza garanzia, a prezzi che vanno dai 6.300 ai 7.100 euro. Tra queste ultime, sette costituiscono una "Serie speciale 2011" che eredita il telaio giallo della Granferro, un modello presentato al Salone della moto di Milano prima del crac e mai entrato in produzione. Il curatore sta già raccogliendo gli ordini ed è certo che non mancheranno, così come non sono mancati l'estate scorsa quando si decise di vendere le 250 moto complete rimaste in magazzino.
"Le domande sono arrivate da tutta Italia ma anche da Francia, Austria e Svizzera, tanto che non siamo riusciti ad accontentare tutti", spiega soddisfatto il curatore, che ha incassato finora 1,8 milioni di euro con cui può pagare lavoratori e debitori, che intanto guardano con preoccupazione al futuro della casa fondata da Alfonso Morini nel 1937 e che ha visto tra i suoi piloti il mito nascente di Giacomo Agostini.
La due ruote bolognese è infatti ancora in attesa del suo salvatore, da quando i discendenti del fondatore hanno passato forzatamente le redini al tribunale che a marzo prevede di procedere all'asta per vendere marchio e stabilimento al miglior offerente. Si era fatta avanti la Nuova Garelli di Paolo Berlusconi, fratello del premier, che voleva puntare sulla produzione di scooter, ma i sindacati hanno risposto picche quando la casa milanese si è rifiutata di mettere nero su bianco l'assunzione dei lavoratori.
Quindi il fallimento e i nuovi interessati che hanno contattato il tribunale. Tra questi Stephan Franz, un italo-canadese che è l'unico ad avere firmato un pre-accordo coi sindacati. "Ma ancora nessuna proposta concreta", spiegano dal tribunale. "Questa delle vendite può essere un'arma a doppio taglio, non si può tenere ferma per così tanto l'azienda", protesta la Fiom.
(16 gennaio 2011)
fonte larepubblica.it
http://www.repubblica.it/cronaca/2011/01/16/news/e_il_tribunale_riapre_la_morini_nuove_moto_per_pagare_i_debiti-11286610/