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Autore Topic: PIETRE MILIARI DEL MOTOCICLISMO  (Letto 54518 volte)

Gabro

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Re: PIETRE MILIARI DEL MOTOCICLISMO
« Risposta #45 il: 15 Dicembre 2010, 08:22:24 »

grande Sir!
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Re: PIETRE MILIARI DEL MOTOCICLISMO
« Risposta #46 il: 15 Dicembre 2010, 08:24:40 »

Yamaha 350 Rd:

Se non ci fosse stata la crisi energetica il successo della Rd sarebbe stato maggiore, il modello viene aggiornato ogni anno, la prima la Rd-A prodotta dal '73 al '74 in circa 10.500 esemplari, la Rd-B '74-'75 in circa 7300 esemplari, all'inizio del '76 viene sostituita da una versione di 400 cc, con ruote in lega, linea squadrata ma meno affascinante rispetto al modello precedente, infatti non riesce a ripetere il successo della 350. Nel '79 la 400 viene sostituita dalla Rd 350 Lc, che inaugura un nuovo capitolo della saga dei bicilindrici 2 tempi della Yamaha e consegna  definitivamente la versione ad aria alla storia.
Tornando alla Rd 350, le sue dimensioni compatte, la qualità costruttiva, le cromature, la verniciatura perfetta e brillante, un design azzeccato ed elegante ne fanno ancora oggi una moto attraente pur non avendo un valore storico elevato.
Punto forte è il motore, con una erogazione progressiva grazie alle lamelle, con un suono metallico coinvolgente; ai bassi regimi non ha una gran forza, ma è fluido, tra i 6000 e gli 8500 ha una grinta notevole e spinge forte facendo sentire la sua potenza, buono il cambio, frizione morbida anche se poco modulabile, vibrazioni non eccessivamente fastidiose e fumosità di scarico vistosa.
Punto dolente la ciclistica, forcella morbida ed ammortizzatori esili e cedevoli che causano una certa instabilità in curva, aggravata da una leggerezza dell'avantreno. moto nervosa e maneggevole, veloce, migliora sostituendo gli ammortizzatori; richiede di manutenzione per le candele, la pulizia dei silenziatori e delle luci di scarico, molto afidabile. Rispetto alla concorrenza dell' epoca era molto moderna e non sembra costruita quasi trent'anni fa, ma ieri.
Dati dichiarati:
cv 39 a 8.500, peso 143 kg, 17 sec sui 400 riprendendo da 50 km/h
Dati rilevati:
peso 158 kg, vel max 166.6, 0-400 14.100, si dimostra la più potente e piu performante dele moto dell'epoca.

Continua con  un confronto tra le 350 del'epoca: Ducati desmo, Harley Davidson, Honda cb 350, Morini 3 1/2 e Mv 350 sport.
 :wave:
« Ultima modifica: 15 Dicembre 2010, 08:45:09 da Empirico »
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sir biss

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Re: PIETRE MILIARI DEL MOTOCICLISMO
« Risposta #47 il: 15 Dicembre 2010, 08:33:28 »

Grazie Gabro; rispolverare vecchi modelli, forse anche dimenticati con il passare del tempo, ci fa ricordare la  loro tecnologia che alle volte suscita ancora ammirazione, così come le prestazioni.
 :wav:
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Gabro

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Re: PIETRE MILIARI DEL MOTOCICLISMO
« Risposta #48 il: 15 Dicembre 2010, 09:57:41 »

per i "giovani" come me sono molto interessanti anche i tuoi e i vosti ricordi, e gli aneddoti dell'epoca!
 :evil5:
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Empirico

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Re: PIETRE MILIARI DEL MOTOCICLISMO
« Risposta #49 il: 15 Dicembre 2010, 10:01:22 »

Never trust those over 30 years

            Berkeley 1968
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Re: PIETRE MILIARI DEL MOTOCICLISMO
« Risposta #50 il: 15 Dicembre 2010, 11:26:18 »

cazzo! faccio 31anni a febbraio!!
ho solo due mesi residui di credibilità  ;D
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Re: PIETRE MILIARI DEL MOTOCICLISMO
« Risposta #51 il: 15 Dicembre 2010, 11:28:15 »

Never trust those over 30 years

            Berkeley 1968

Duca mio, parole albioniche che sonan duro,
e financo 'l lor senso m'è stranamente oscuro.
Qualcuno a tradur sommessamente invito
tal barbarico gergo, che non mi par compito.
   
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Gabro

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Re: PIETRE MILIARI DEL MOTOCICLISMO
« Risposta #53 il: 15 Dicembre 2010, 12:14:02 »

Qualcuno a tradur sommessamente invito
http://translate.google.it/#en|it|Never%20trust%20those%20over%2030%20years%0D%0A
 ;)

Grazie, mio attentissimo Gabro, curvator cortese,
ebbi ora a capir meglio ciò ch'era oscuro, in barbarese.
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Re: PIETRE MILIARI DEL MOTOCICLISMO
« Risposta #54 il: 15 Dicembre 2010, 17:12:53 »

Grazie tantissimo empirico per le foto, sono il completamento necessario per gli articoli. :hello2:
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Re: PIETRE MILIARI DEL MOTOCICLISMO
« Risposta #55 il: 15 Dicembre 2010, 17:14:13 »

Dovere,Mastro Amanuense.  :notworthy:
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Re: PIETRE MILIARI DEL MOTOCICLISMO
« Risposta #56 il: 15 Dicembre 2010, 18:12:59 »

Per quasi un decennio la categoria delle 350 stradali ha rappresentato una delle più importanti fette del mercato italiano, negli anni '70, per chi aveva allora 18 anni erano il massimo oggetto del desiderio. Con la comparsa dei giapponesi sul nostro mercato, il benessere economico, la nostra industria passò a produrre moto di cilindrata maggiore che alle volte non erano altro che maggiorazioni di quelle degli anni '50, la produzione italiana si incentrava sugli scooter e su tante aziende che producevano o assemblavano 50 cc.
Dopo le maxi 750 cominciarono ad arrivare anche le 350, contingentate con il peso a 180 kg, poi si passò all'innalzamento dell' iva, dopo ci fu il divieto della guida delle 350 al di sotto dei 21 anni ed il freno alle importazioni delle moto giapponesi al di sotto dei 380 cc, cosa importante è che i tempi di assegnazione delle licenze d'importazione, variabili di anno in anno, non coincidevano quasi mai con i periodi utili per l'ordinazione delle moto in giappone. Questo era un innegabile vantaggio per i nostri costruttori che di fatto gestivano gli acquisti dei ragazzi dell'epoca dai 14 fino ad i 21 anni, questo monopolio non fu sfruttato in pieno dalla nostra industria, si guardava poco al futuro e si investiva poco, la tecnologia e le conoscenze meccaniche c'erano, basti pensare alle competizioni degli anni o precedenti e vedere i prodotti della Gilera, Guzzi, Benelli, Mv, Aermacchi, producevano per il mercato monocilindriche e correvano alcune con pluricilindrici bialbero.
Finita la barriera sulla importazione i giapponesi hanno avuto vita facile grazie ai loro prodotti, le 350 dal '72 erano una scelta obbligata per i 18enni perchè dal '74 non si poteva guidare altro.
Se si da uno sguardo sull'immatricolato si vede, dal '70 in poi, la crescita delle classi 350 e maxi, gli importatori di moto giapponesi trovarono escamotage appesantendo le moto con paragambe zavorrati o l'acquisto delle moto dai mercati della Cee, le 350 sono state quindi in auge per un lungo periodo ed hanno segnato un 'epoca.
I produttori italiani investirono poco seguendo sempre la logica: ricavare il massimo investendo il minimo; tranne che alcune case come Laverda e Morini con nuovi motori e le copie di Guzzi-Benelli, nessun' altro propone moto nuove, in comume quasi tutte hanno una componentistica economica e rifiniture scarse
In una condizione di monopolio si poteva fare di più e si è avuto il tempo per correre ai ripari, la presenza delle giapponesi si faceva sempre pù consistente, le nostre hanno retto per una migliore tenuta di strada, motori vecchi ma ottimi telai, ma anche in questo i giapponesi migliorarono e perdemmo la sfida.
Analizzandole oggi le nostre moto hanno saputo, almeno alcuni modelli, mantenere inalterato il loro fascino.
Continua :wave:
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Re: PIETRE MILIARI DEL MOTOCICLISMO
« Risposta #57 il: 16 Dicembre 2010, 21:48:12 »

Ducati desmo 350

Presentata nel '73 con una colorazione giallo ocra con la novità dell' accensione elettronica, è il canto del cigno del bel monocilindrico monoalbero a coppie coniche progettato da Fabio Taglioni; alla fine del '75 uscì il bicilindrico che non venne assolutamente recepito dal mercato.
E' una moto abbastanza ricercata, è uno dei migliori esempi di sportiva italiana, senza compromessi, di taglia abbastanza piccola (interasse 1.360 mm) e molto leggera 128 kg rilevati, stretta filante, telaio monotrave garanzia di solidità, sospensioni di qualità: tutto Marzocchi. I freni a tamburo Grimeca, gli ultimi esemplari avevano il freno a disco anteriore con forcelle Marzocchi o Ceriani, il motore 76x75, aveva la famosa distribuzione desmo che evitava gli sfarfallamenti delle valvole, ben compressa 9.5:1, non facile da avviare con una leva di messa in moto corta, cambio a 5 marce sulla destra. Motore di difficile messa a punto, pochi sanno davvero metterci le mani, specie distribuzione e messa in fase.
E' una moto piacevolissima da guidare sul misto per la ciclistica ottima, maneggevolezza da primato con reazioni immediate in ogni fase della curva, motore che spinge sin dai bassi e si sfrutta benissimo per il cambio ben rapportato, preciso e veloce, anche oggi fa divertire, se funziona tutto.....
Il suo più grosso problema è l' affidabilità generale, peggiorata da montaggi poco curati in fabbrica, le forti vibrazioni del motore sono causa di vari problemi: rotture della strumentazione, allentamento della bulloneria e della ghiera di fissaggio dello scarico, crepe negli attacchi del fanale.
Era ed è buona norma evitare l'autostrada a velocità sostenuta, non solo per lo scarso comfort ma anche per le vibrazioni che possono creare danni seri, però la Ducati resta in tutte le sue versioni uno dei migliori esempi di design applicato ad una sportiva italiana, era prodotta anche nelle cilindrate 250 e 450.
Dati dchiarati:
340 cc, 29 cv a 7.500
Dati rilevati:
128 kg, 160 km/h , 0-400 15.100.

Continua con la Harley-Davidson ss
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« Ultima modifica: 16 Aprile 2011, 20:11:23 da Empirico »
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« Risposta #58 il: 12 Aprile 2011, 17:14:45 »

Mesi fa, prima del letargo, avrei dovuto continuare con H-D 350 e con questa ricomincio come promesso.
Nel '72 la Harley-Davidson acquisì l'Aermacchi di Schiranna, la 350 ss è l'ultima versione delle famosissime monocilindriche che hanno dato tanto lustro all'azienda, i meno giovani ricordano le famose Ala d'Oro da competizione e le varie Aletta, Ala Rossa, Ala Verde, Ala Blu etc. da strada.
Quest'ultima si differenzia dalle precedenti per alcune soluzioni volute dagli americani come: telaio a doppia culla che sostituì il monotrave in tubi e lamiera (che non era il massimo in quanto a stabilità ), il cambio sulla sinistra e l'avviamento elettrico.
Prodotta dal '72 al '75 era una moto turistica, di sportivo non c'è nulla, interasse di 1.430 mm peso di 167 kg. forcella esile da 32 che contrasta con tutto il resto abbastanza corposo specie nella parte centrale, così come è sgraziato il telaio. Il motore era quello della gt 350, ha 25 cv 4 in meno della tv a vantaggio della coppia, il telaio è sicuramente un passo avanti ma non le sospensioni ed i freni da 180 mm.
Il motorino di avviamento non funzionava quasi mai affidandosi sempre alla classica leva posta a sinistra, operazione non semplice perchè la moto è priva del decompressore.
Il motore ha un carattere soft, non ama girare in alto e lento a prendere i giri, vocazione prettamente turistica con cambi di marcia tra i 4.000-5.000, moto buona per le passeggiate, comoda, maneggevole e con un buon tiro. La ss non ebbe molti estimatori, non la verve delle Aermacchi e non ha particolari doti di guida rispetto alla concorrenza.
Dati rilevati:
 24.2 cv/7.000 g/m, 5 marce, peso 167 kg, vel. 135.5 km/h, 0-400m 16.568.
« Ultima modifica: 16 Aprile 2011, 20:06:19 da Empirico »
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Re: PIETRE MILIARI DEL MOTOCICLISMO
« Risposta #59 il: 12 Aprile 2011, 17:25:53 »



Anvedi che spettacolo,ma che e' finta?
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