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Autore Topic: Diario d'un giorno trascorso  (Letto 17756 volte)

Empirico

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Re: Diario d'un giorno trascorso
« Risposta #30 il: 01 Novembre 2010, 12:49:57 »

Fotografare?Direi un lungometraggio alla Visconti.
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Re: Diario d'un giorno trascorso
« Risposta #31 il: 01 Novembre 2010, 17:12:28 »

Non ci crederete, avevo quasi terminato la ricca 5^ puntata quando, ad un certo punto e senza motivo, si è autocancellata dal computer...prima che la potessi inserire.
Forse un segno del destino in vostro favore, direi di grazia nei vostri confronti.
Peccato, la riscriverò!
 
« Ultima modifica: 02 Novembre 2010, 19:16:17 da vincenzog »
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Re: Diario d'un giorno trascorso
« Risposta #32 il: 01 Novembre 2010, 17:34:23 »

peccato... per te: ti tocca riscriverla!! :D
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Re: Diario d'un giorno trascorso
« Risposta #33 il: 02 Novembre 2010, 13:01:48 »

(continua, 5^ puntata)

Le robuste ed ancor segnate teste, opacate dalle intemperie e solarità trentennali, sono ora ben calde. La mia testa, impaziente e pluricinquantennale è in via di progressivo riscaldamento ed eccitazione, facilitando i battiti cardiaci che sento ritmare ad un livello diverso, come se il mio organismo conoscesse cosa potrebbe accadere da qui a pochi minuti, preparandosi alla pugna: chissà se tutto questo preluderà ad uno sfogo salvifico imminente oppure dovrà scaricarsi psicosomaticamente su un indifeso intestino, assai coliticamente irritabile, come accade a molti di noi oggigiorno per le troppe situazioni di vita ai limiti dell’accettabile assorbite e mai scaricate con la giusta fisicità. Questa, certo, potrebbe essere una causa assai nobile e purificatrice di tanti rospi digeriti senza mai sputarli, solo nella giornata di oggi; speriamo che sia così. Mi fermo nell’immettermi sul veloce vialone in discesa della Colombo per far passare una corpulenta signora con eccesso di spesa nei molteplici pacchi, osservando nel contempo una Smart sfilarmi vicino in inutile accelerata, con una bionda falsa e magrissima donna alla guida, con l'ennesima sigaretta pendula dalle anomale ed innaturali siliconiche labbra, naso sottile innaturalmente impennato in punta che forgia le narici anteriorizzate a porcellino, dagli occhi azzurri freddi e grifagni ipermobili ed ipotelorici che mi fulminano per averla rallentata nella sua corsa continua giornaliera verso il  dinamico nulla; costei sfiora la povera e pingue signora creandole un vento artificiale che le scompiglia la gonna scura fiorata, costringendola ad un balzo di sicurezza in avanti per evitare l’arcigna, biliosa, arrampicatrice sociale ed anche un pò mignotta (povero marito) che sfila via rapida verso il prossimo rosso. Ecco l’altro semaforo, ove una delle tre file regolari di macchine è turbata nella simmetria dalla messa di traverso della nota ed impaziente guidatrice della smart, che ne chiude inspiegabilmente una; nel passare in una più laterale a sinistra verso lo spartitraffico, osservo la tinta bionda guardarmi in maniera inutilmente aggressiva, assolutamente non responsiva al mio sardonico sorriso che sicuramente la farà arrabbiare ancora di più (ed è quello che voglio). Non ho moto accanto nell’attesa di partire, vedrete che forse oggi non accadrà nulla al prossimo semaforo, quello sempre rosso ove la Colombo sale con lieve curva destrorsa, senza immissioni turbanti ogni qualsivoglia poderosa accelerazione della mia Cio Cio San, lanciata nel vento sempre più impetuoso derivante dalla voluta ed amata mancanza di un parabrezza katafalchico. La lieve salita esalta le qualità di coppia e di tiro ai bassi e medi regimi dei vecchi progetti; infatti anche la mia teutonica Isolde se ne giovava con grandi risultati ogni dove se ne presentasse la bisogna; ma ora ho tiro anche in alto ed il discorso risulta assai più interessante anche per il lettore attento che sappia discernere tra i diversi momenti torcenti dei diversi motori, alcuni con tiro copioso da rimorchiatore in grado di strappar banchine, altri come frullante turbina a reazione che fanno planare lo scafo a velocità incredibili. Ecco, la mia Bol d’Or è nel giusto mezzo, ove stanno le migliori virtù prestazionali motociclistiche, quelle che rendono una guida esperta appagante e, talora, eccitante, sopportando il piano e non disdegnando il veloce, quando la rotazione del polso destro lo richieda ed ove serva: oggi potrebbe ben servire, speriamo.
Il verde di questo semaforo non accarezza alcuna velleità sportiva, portandomi a snocciolare le marce come faccio sempre tra 2000 e 3000 giri, che già basta ed avanzano con un 900 per muoversi allegri in città, come già v'ebbi a dire. Una dolce scalata aiutante il motore a risparmiar pastiglie mi ferma poi al fatidico semaforo ove le temprate italiche membra a cavallo diuna acciaiosa e perfetta giumenta del Yamato sapranno farsi il giusto onore, se chiamate in giusta causa.
Ci siamo, ecco il rosso del semaforo che conta, che spesso rende il ritorno ricco di un trionfo di sensazioni che sovrastano le file eccessive della nostra congesta città, con un piacere quasi pari a quello provato nella già citata rotonda ad ampio raggio dall’asfalto ruvido  incontrata al mattino, da carezzare vicino vicino con l’impertinente pedana.
Pongo il cambio in folle ed attendo impaziente che qualcuno si affianchi, onde decidere o meno una sfida che potrà  essere onorevole od inutilmente disonorevole. Ecco una faro spento di una moto con cupolino e semicarenatura  che si avvicina; mi faccio un po’ avanti per farla affiancare. E’ un Fazer 600, non recentissimo ma evidentemente ben tenuto dal suo proprietario, un giovane glabro e diafano, magro nel suo costoso completo Spidi messo ben in evidenza dal suo star seduto con la schiena inutilmente dritta, come avesse inghiottito un manico di scopa (come i possessori dei BMW GS con il casco Schubert a mentoniera aperta a far inutile vela per il dispiacere dei sofferti metameri cervicali che sopportano ogni carico del capo...son soliti fare); non ha uno Schubert, ma il suo portafoglio evidentemente pieno gli permette di possedere un Jet Arai, di colore grigio metallizzato, molto bello. Un qualcosa mi dice che provenga da uno scooter, prima di possedere una vera moto, tradendolo i mocassini di pelle nera lucida che stonano assai con il completo professionale che gli avviluppa le esili membra, oltre alla frizione tirata con la prima innestata che attenderà sofferente per tutta la lunga attesa della partenza. Più in là noto fermarsi tre scooters, uno  di origine cinese che per decenza tecnica eviterò di descrivervi, l’altro sembrerebbe un Vectrix elettrico, quell’orribile mezzo del futuro, spacciato demagogicamente “ad impatto zero” ( dimenticandosi di aggiungere la postilla “a Roma”, perché a Civitavecchia, nel rispetto di un ben noto principio della fisica, l’impatto non sarà “per niente zero”); anche questo scooter non merita soverchia descrizione se non per il guidatore leggermente alternativo ma con classe, senza raste, capelli castano chiaro con coda di cavallo che esce da un casco dignitosissimo jet Suomy e la targa “no oil” sotto la sella (che non è ancora riuscito ad attaccare posteriormente senza fare due buchi sull’esile carrozzeria); un nobiluomo costosamente vestito di panni lanacei ben pettinati direi “molto radical chic” o da “salotto buono della capitale” (quello ove si parla molto del sociale degli altri e del come aiutarli (possibilmente pescando in tasche meno ricche altrui o, meglio, “usando i soldi degli Italiani”, come direbbe il grande Gaber), la casa di 230 mq al terzo piano del quartiere Coppedè, un soprabito di gran classe tendente al beige e pantaloni rosso mattone di velluto Visconte di Modrone a coste medie, tutto in perfetta tinta di colori che si vogliono bene, compresa la sciarpina marroncina di cachemire e le scarpe Hoogan marrone scuro con ampio rialzo interno scarsamente visibile in calzino di filo di scozia alto e riprendente il soprabito. Sotto non vedo, ma immagino una giacca marrone, molto bella e di stile altoatesino, con diverse tasche e colletto a coste marroni più scure, molto da rifugio elitario da altipiano dell’Alpe di Rodengo
Più interessante forse il terzo scooter, un principesco Burgman executive 650, mastodontico grigio chiaro metallizzato, con le frecce ben chiuse, è ovvio, per evitare di impattare sempre con gli specchietti delle macchine alla stessa loro altezza; val però bene la pena di descriverne il proprietario. Barba semilunga, lievemente sovrappeso, casco sottodimensionato jet Nolan in perfetta tinta con la carrozzeria (regalo modesto del venditore che non s’è molto sprecato se non con l’aggiunta di un debole bloccadisco giallo anteriore di costruzione cinese, felicità di ogni ladro), giubbotto troppo aderente di pelle tendente al marrone chiaro simil-diarreatico con ampio pellicciotto  di dubbia provenienza animale (meglio non indagare) che affoga in un corto collo, pantaloni jeans chiari e stivaletto nero con tacco ricurvo, che talora vedo e talora non vedo. Sì, perché tale individuo non sembra stare un attimo fermo, cambiando in continuazione  piede a terra, scuotendo con un tic frequente il casco, toccandosi troppo spesso il naso, accelerando e frenando inutilmente più volte nell’attesa con quegli sciocchi balzelli in avanti, con l’occhio marrone che non si distingue bene per colpa di una pupilla leggermente midriatica, molto simile all’occhio del mio gatto quando qualcosa lo faceva arrabbiare, mi guarda e si guarda in giro spazientito. Costui è la vera vittima sacrificale affinché giustizia sia fatta, colui che partirà a palla, più dell’omino da scrivania lezioso del Fazer, anch’esso da punire ma che potrebbe non voler partecipare al Torneo; ininfluenti gli altri due, se non il Vectrix per pochi metri, forse.
Oh ,oh! Il semaforo pedonale lampeggia, tra poco si scatenerà l’inferno: ingrano la prima ma… che fa, quel marrano del Burgman sta partendo in anticipo, il verde non c’è ancora e lui parte!!! Vigliacco, sarai doppiamente punito per questo, spero che anche il Fazer ti castighi tra pochi metri, quando ti riprenderemo e ti faremo tal vento da farti oscillare come un battello colpito da traversi marosi. L’ira funesta sta per abbattersi sul povero asfalto, che tra poco arriccerò senza alcuna pietà, anche a causa di quel losco individuo ed alla faccia del suo spacciatore, probabilmente con un Tmax nero: incontrerò anche te per punirti come meriti un giorno, nauseabondo screzio escrementizio dell'umanità!
Salgo a 2000 giri mentre il Fazer sento che dà colpi di gas preparatori, il Burgman è appena partito, da una frazione di secondo, la stessa che manca ormai al verde.

(continua)
« Ultima modifica: 02 Novembre 2010, 15:25:31 da vincenzog »
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Re: Diario d'un giorno trascorso
« Risposta #34 il: 02 Novembre 2010, 13:29:37 »


 E' cattiveria pura lasciare le nostre menti a macerarsi proprio sul punto della tenzone.
 Bellissimo racconto, sei il Richard Bach dell'asfalto e tale complimento potrebbe offenderti tanto la tua opera sovrasta quella del maestro scrittore aviatore.
 
 
Citazione
"l'eretismo ansioso del Paziente in incomprensibile eziogenicità ambientale scatenante, giungeva a coprolalico gergo e discomportamentale gestualità pericolosa per sè e per l'altrui incolumità, tanto da costringere l'esaminatore a contenerne l'eccesso fisicamente e somministrando un salvifico benzodiazepinico rimedio parenterale, avendone poi tranquillizzante beneficio e normalizzante sonno ristoratore a seguire".

 Questa mi ha fatto ruzzolare per terra dal ridere  :laughing6:
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Re: Diario d'un giorno trascorso
« Risposta #35 il: 02 Novembre 2010, 14:14:58 »

GRANDEEEEEEEE!!!!!!!  :wav: :wav: :wav: :wav: :wav: :wav: :wav: :wav:  :wav: :wav:
La OLA è per la partenza!! :D
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Re: Diario d'un giorno trascorso
« Risposta #36 il: 02 Novembre 2010, 14:29:44 »

ma quanto dura il rosso sulla Colombo?? :D :D
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Re: Diario d'un giorno trascorso
« Risposta #37 il: 02 Novembre 2010, 14:55:31 »

ma quanto dura il rosso sulla Colombo?? :D :D

Tanto! Troppo per le mie coronarie 'sì stressate in cotal situazione.
E poi, quell'infingardo tossicheggiante del Burgman che parte prima, dove lo vogliamo mettere?
Inaccettabile... Vedrete che gli accadrà!
Ma se Il burgman piangerà Il Fazer non avrà molto da ridere, oh no!?
Ohibò, vedremo cosa accadrà, nella prossima puntata.
:read2:

P.S.
Gio e Parsifal, è per me un vero onore compiacervi, sicchè magnificente futura sfida possa positivamente turbare Cavalieri nobilissimi del nostro (bol)d'orato Casato qual voi a pieno titolo siete, come si puote, si vuole e si deve.
« Ultima modifica: 02 Novembre 2010, 19:13:52 da vincenzog »
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Re: Diario d'un giorno trascorso
« Risposta #38 il: 02 Novembre 2010, 15:08:46 »

ma quanto dura il rosso sulla Colombo?? :D :D

Tanto! Troppo per le mie coronarie 'sì stressate in cotal situazione.
E poi, quell'infingardo tossicheggiante del Burgman che parte prima, dove lo vogliamo mettere?
Inaccettabile... Vedrete che gli accadrà!
Ma se Il burgman piangerà Il Fazer non avrà molto da ridere, oh no!?
Ohibò, vedremo cosa accadrà, nella prossima puntata.

 :read2:

Con la Mukka non ci provano nemmeno ad affiancarla si tengono almeno 3 metri dietro, e nessuno tenta di partire prima.
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« Risposta #39 il: 02 Novembre 2010, 19:22:51 »


Con la Mukka non ci provano nemmeno ad affiancarla si tengono almeno 3 metri dietro, e nessuno tenta di partire prima.

Attento Disco(lo) a non incontrare mai un Freddie, un Hondalover, un Crom od un Empirico con un cb1100 al semaforo della Colombo, che ben duro potrebbe essere il dubbio sulla tua certezza, quasi un trilemma: perdere con onore, perdere amaramente o lasciar perdere!

P.S.
Suggerisco timidamente (et amaramente) la terza.
« Ultima modifica: 02 Novembre 2010, 19:35:27 da vincenzog »
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« Risposta #40 il: 02 Novembre 2010, 19:39:29 »


Con la Mukka non ci provano nemmeno ad affiancarla si tengono almeno 3 metri dietro, e nessuno tenta di partire prima.

Attento Disco(lo) a non incontrare mai un Freddie, un Hondalover, un Crom od un Empirico con un cb1100 al semaforo della Colombo, che ben duro potrebbe essere il dubbio sulla tua certezza, quasi un trilemma: perdere con onore, perdere amaramente o lasciar perdere!

P.S.
Suggerisco timidamente (et amaramente) la terza.

Può essere che perda ma, lasciar perdere non se ne parla proprio. Tu intanto augurati di non incontrarmi al semaforo.
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Re: Diario d'un giorno trascorso
« Risposta #41 il: 02 Novembre 2010, 20:12:02 »

.... Vectrix elettrico, quell’orribile mezzo del futuro, spacciato demagogicamente “ad impatto zero” ( dimenticandosi di aggiungere la postilla “a Roma”, perché a Civitavecchia, nel rispetto di un ben noto principio della fisica, l’impatto non sarà “per niente zero”)

:hello2: :hello2: :hello2: :hello2: :hello2: :hello2:
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« Risposta #42 il: 02 Novembre 2010, 20:36:47 »

Con la Mukka non ci provano nemmeno ad affiancarla si tengono almeno 3 metri dietro, e nessuno tenta di partire prima.
e tu accetti il vantaggio?  :o
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« Risposta #43 il: 03 Novembre 2010, 13:02:09 »

Con la Mukka non ci provano nemmeno ad affiancarla si tengono almeno 3 metri dietro, e nessuno tenta di partire prima.
Attento Disco(lo) a non incontrare mai un cb1100 al semaforo della Colombo, che ben duro potrebbe essere il dubbio sulla tua certezza, quasi un trilemma: perdere con onore, perdere amaramente o lasciar perdere!
Può essere che perda ma, lasciar perdere non se ne parla proprio. Tu intanto augurati di non incontrarmi al semaforo.

Scherzar ebbi nello racconto giocoso, come farò a seguire, come Toscanità m'impone.
Ohibò, alla mia forse oltremodo impertinente (lo ammetto) osservazione replicasti con tristo augurio protettivo a me rivolto, mal mascherato a mò di guantata sfida.
Parmisi scaldarsi oltremodo tua coda nello scritto palese, sicchè calor prodotto, temo, trasformar la potrebbe in clarità di foco!
Orbene, onor ti face la sfida ch'ogni cavalier con destriero di razza come lo tuo ben deve quando chiamato in causa, sicchè stimolotti in cotal guisa di risposta, che a tenzone non rinuncia.
Io vo' assai che disonor mai ti colga nell'affrontar singolar suddetta tenzone con giumenta assai inferiore, qual la mia paresi in un banale e diritto galoppo, cui io stesso rinuncerei con cavalier di mio casato.
Ben diverso sarebbe se sfidato m'avessi in loco curvoso, ch'io allor avrei preso ben più in mia coda calore, rendendo assai misero lo tuo foco.
Diversi destrier potenti ebbi perciò a comparar in possibil sfida nell'esempio robustoso seppur jocondo ch'ebbi a portarti, che rimarcar mi duole ...ma ridebbo, nel rispetto ch'ogni Cavalier deve al vero.
Poffare! Accioperocchè lo tuo (e lo mio onor) siano ben salvi, perdincibacco, invitoti amabilmente a mostrar medesima grinta e valenza a seguir lo passo dei tuoi Cavalier amici di casato in tratti montani, ch'a retta via siano men disposti, bensì curvosamente volti a favorir lo leggiadro guidar in piacenza e coraggio di piega, nonchè lestezza di percorranza.
Ciò è l'unico valor che per me conti in abile monta: lo Cavalier e lo tener redini in maestria, più che la potenza di sua giumenta!
Qualor tu stupissi in tal guisa, come fino ad oggi giammai accadde, sarei ben lieto di chinarmi in reverenza et amoranza per scherzar più mai in ciò ch'oggi tanto t'infiamma o che sol non t'aggrada.
Lungi da me il giudicar chi passo lesto non vole, ben oltre il giusto i' ritengo che chiunque debba in propria ed altrui contrada galoppar in pace, e come più gli piace;
ma se uno di sfida non tace anzi, a galoppar veloce ti richiama e coinvolge rimembrando un dritto, dover mio ridar voce a ciò ch'è ormai di limpidezza tinto: non qui sul dritto si parrà ogni tua nobilitate! In altro loco devensi scatenar tua giusta valentia, se proprio correr devi, ne lo curvar più audace!
E più non dirò, se non in puntata che fermissimamente sarà la sesta, forse di settima totale.
« Ultima modifica: 10 Novembre 2010, 20:15:00 da vincenzog »
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« Risposta #44 il: 03 Novembre 2010, 16:19:26 »

A presto in strada curvosa.   :angel4:
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