Ma "allegro-andante" non è il passo delle nostre giumente sui tratti montani dei nostri più fecondi giorni di monta?
Le note crescono e si scalano come le marce; i piedi e le mani dipingono pentagrammi e le traiettorie sinuose tracciano nuove opere ogni volta diverse sugli asfalti nostrani, ove la pregnanza eufonica del suono e del canto carezza i nostri Organi del Corti, la vista silvestre dei clorofillici lati completa il miracolo ritmato del galoppo ben impresso sui nostri coni retinici.
Le nostre briglie comandano sapienti cabrate, accostate e picchiate come in un volo, modellando rotte in un infinito amico privo di nubi, librandoci eterei nel sogno che diviene gravitaria realtà.
Le endorfine si liberano a profusione nei più remoti anfratti delle nostre circonvoluzioni, alimentando vieppiù la percezione di un amore non solo agapico in sella all'ala dorata, esaltando la vita e la passione di noi cavalieri, solitari od in gruppo.
Il Bol d'or sornione e complice ci sorride, assecondando ogni nostro desiderio di pacato regime o di suprema potenza, urlandoci la sua fedeltà in ogni momento torcente richiestogli, perdonandoci financo gli speroni nel suo robusto costato.
P.S.
Viva la moto e chi se la gode! Viva il nostro Bol d'or!