E' un libro che avevo letto durante il liceo, e che ho ripreso in mano recentemente, apprezzandolo ancora di più.
Forse l'avevo già postato nel passato, prima che sparisse e poi riapparisse tale spazio dedicato ai libri; lo riposto volentieri.
La storia è purtroppo piena di cotali episodi e genocidi, dalle civiltà mesopotamiche a tutte le altre succedutesi sulla faccia della terra in ogni continente, fino a giungere ad epoche assai recenti anzi, ancora in corso in alcuni paesi.
Leggere in un libro ben scritto il genocidio avvenuto nei confronti del popolo "rosso", è un aiuto in più al nostro spirito umanitario e di accoglienza, peraltro molto alto, checchè ne dica talora l'ignavo resto d'Europa.
Lo vorrei segnalare per evidenziare ciò che il profondo Montale osservava in una sua poesia con la seguente sua frase: "Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo".
Da wilkipedia:
Seppellite il mio cuore a Wounded Knee è un libro scritto da Dee Brown nel 1970. Il testo tratta della conquista del territorio americano da parte dei coloni bianchi, o "visi pallidi".
Le vicende sono narrate in modo distaccato, giornalistico, senza cadere in pompose glorificazioni del "sogno americano" o melense e pietose prese di posizione a favore dei nativi. Il risultato è una delle migliori testimonianze delle vicende che hanno segnato lo sterminio di massa di intere nazioni.
"Non sapevo in quel momento che era la fine di tante cose. Quando guardo indietro, adesso, da questo alto monte della mia vecchiaia, ancora vedo le donne e i bambini massacrati, ammucchiati e sparsi lungo quel burrone a zig-zag, chiaramente come li vidi coi miei occhi da giovane. E posso vedere che con loro morì un'altra cosa, lassù, sulla neve insanguinata, e rimase sepolta sotto la tormenta. Lassù morì il sogno di un popolo. Era un bel sogno... il cerchio della nazione è rotto e i suoi frammenti sono sparsi. Il cerchio non ha più centro, e l'albero sacro è morto." (Alce Nero)
Seppellite il mio cuore a Wounded Knee, trad. Furio Belfiore, Mondadori, Milano 1972; poi coll. Oscar, 1977