Né dolcezza di curva, né lo rettilineo
d'odiosa autostrada, né 'l debito amore
per lo qual Cio Cio San dovea esser lieta,
vincer potea dentro me od esser neo
ch'i' ebbi a divenir del curvoso mondo meta
de li vizi ciclistici, limitanti giammai de lo valore;
ma misi me per lo curvoso nastro montano
col foglio tuo che mi si parava innanze tosto,
sicchè anche il pensier de lo audace curvar
pareasi materializzar, come non fosse vano,
l'un piega e poi tal'altra sanza sudar di costo,
fin nell'alpe cimosa di Rodengo, o'l Brenta o'l Siusi.
E poi d'innanze parmisi materializzar lo enensimo passo
che'l motore faticossi molto sfruttar alto 'sì tosto
che i compagni lasciai ben dietro, restii con polsi chiusi;
fu dopo l'atterzate ore che vidi alfin gli altri sortir
sudati, ne lo ampio spiazzo dov'attendevo ormai lasso,
scender da le lor moto, con occhi bassi e lunghi musi.
Oh compagni di curve, lo perder non vi sia grave,
che lo merito è certamente mio ma soprattutto 'l suo,
pensai pregiato nel rimirar colei sul cavalletto china
ch'ancor calda del galoppo ardito sembravami dire:
"mio amato, mai mano in guida 'sì degna e più soave
ebbi a conoscere ne lo mondo mio curvoso,
che il disio d'esser montata da cavalier assai valente
raramente fu soddisfatto come da te, ora mio sposo;
riposa sulla giumenta che ti ricambia, e mai non mente!"
M'assopii allor come corpo lieto face, dopo esser eletto sire.