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Autore Topic: Senza verità, niente risorgimento  (Letto 2512 volte)

azucarillo

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Senza verità, niente risorgimento
« il: 06 Aprile 2010, 11:35:29 »

Per la serie "altra storia", un interessante disquisizione sui fatti risorgimentali alla ricerca della verità senza retorica. Come ricorda l'incipit dell'articolo seguente, fra un po' festeggeremo i 150 anni dell'unità d'Italia ma, l'Italia, è davvero unita? E' la sua unità che davvero voleva l'eroe dei due mondi (in realtà ladro di cavalli) e chi lo pagò? Abbiamo ragione di festeggiare la casata  artefice dell'indipendenza dallo straniero?

Leggiamo ed approfondiamo insieme.

Senza verità, niente risorgimento

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Re: Senza verità, niente risorgimento
« Risposta #1 il: 06 Aprile 2010, 13:04:38 »

Molto istruttivo, aggiungendovi un purtroppo, caro Azucarillo.
Mai la storia merita di essere scritta da una sola penna od in siffatta guisa da correnti di pensiero "politicamente corrette ed uniformate", tacendo una parte od esaltandone ad arte altre.
Questo modo malsano ed assai diffuso di veder la storia limitandosi ad approfondire solo particolari od insiemi specifici di essa, principalmente quelli graditi alle correnti del momento od ai più, è tipico della maggior parte degli storiografi soprattutto, ohimè lasso, quelli Italiani  (con le dovute rare eccezioni). Per esempio nei miei libri liceali di storia le "foibe" od i "gulag" non erano stati ritenuti degni di essere menzionati nella loro reale essenza, al pari di altre vergogne della (dis)umanità reale di tempi storici recenti.
Ecco perchè spesso amo leggere autori storici anglosassoni, notando enormi differenze e maggiore imparzialità nell'affrontare anche temi che ci riguardino da vicino o da lontano, per viaggiare nelle varie epoche della nostra ricchissima storia.
Il grandissimo e non molto conosciuto (e quasi mai citato) italianissimo Vilfredo Pareto però le idee ben chiare sulle motivazioni reali di alcuni comportamenti le aveva ben descritte in epoca "non sospetta", parlando della influenza politica e del suo tornaconto per imbonire le masse, a prescindere dalla ideologia dello schieramento di partenza, ma questo sarebbe un altro libro (assai scomodo) da leggere; la "teoria delle èlites" rimane patrimonio solo di pochi studenti universitari, da dimenticare ben presto giacchè assai scomoda.
Grazie Azucarillo della segnalazione e della lettura.
Vin

P.S.
"Non c'è soltanto un unico modo di fare bene le cose, c'è anche un solo modo di vederle, e cioè vederne il quadro complessivo".
                   (John Ruskin, poeta-critico d'arte-scrittore inglese del IX secolo)



« Ultima modifica: 06 Aprile 2010, 14:28:00 da vincenzog »
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Re: Senza verità, niente risorgimento
« Risposta #2 il: 07 Aprile 2010, 01:07:12 »

Molto istruttivo, aggiungendovi un purtroppo, caro Azucarillo.
Mai la storia merita di essere scritta da una sola penna od in siffatta guisa da correnti di pensiero "politicamente corrette ed uniformate", tacendo una parte od esaltandone ad arte altre.
Aggiungo che, in ogni caso, la storia la scrive chi vince la guerra e, pertanto, secondo la storia chi vince ha sempre ragione.
Dimentichiamo noi che chi vince non ha (per forza) ragione ma è stato semplicemente più forte o, semplicemente, ha avuto più uomini e più mezzi.

Ecco perchè spesso amo leggere autori storici anglosassoni, notando enormi differenze e maggiore imparzialità nell'affrontare anche temi che ci riguardino da vicino o da lontano, per viaggiare nelle varie epoche della nostra ricchissima storia.
Attento, gli anglosassoni hanno vinto la/le guerra/e.
Il grandissimo e non molto conosciuto (e quasi mai citato) italianissimo Vilfredo Pareto però le idee ben chiare sulle motivazioni reali di alcuni comportamenti le aveva ben descritte in epoca "non sospetta", parlando della influenza politica e del suo tornaconto per imbonire le masse, a prescindere dalla ideologia dello schieramento di partenza, ma questo sarebbe un altro libro (assai scomodo) da leggere; la "teoria delle èlites" rimane patrimonio solo di pochi studenti universitari, da dimenticare ben presto giacchè assai scomoda.
Non l'ho ancora mai letto ma ne ho sentito parlare e, se non erro, di un suo trattato di psicologia politica. Spero di riuscire a leggerlo presto poiché molto curioso sull'argomento.
Grazie Azucarillo della segnalazione e della lettura.
Vin
Grazie a te, dell'attenzione :)

P.S.
” Non troverai mai la verità se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspetti “. Eraclito
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Re: Senza verità, niente risorgimento
« Risposta #3 il: 07 Aprile 2010, 07:45:51 »

... la storia la scrive chi vince la guerra e, pertanto, secondo la storia chi vince ha sempre ragione.
Dimentichiamo noi che chi vince non ha (per forza) ragione ma è stato semplicemente più forte o, semplicemente, ha avuto più uomini e più mezzi.

Chi vince la guerrà è chi è più forte ed ha più mezzi, è vero. E chi ha queste caratteristiche è quasi sempre chi appartiene a società più evolute dal punto di vista culturale, sociale ed economico.
E quindi scrive la storia.
Se il vincitore porta influenza sullo sconfitto, e capita quasi sempre così, anche lo sconfitto ne trae giovamento, accelerando la propria evoluzione. La seconda guerra mondiale ne è un esempio.
Quando invece accade che una società non evoluta vinca una guerra contro una società avanzata per pura superiorità numerica o militare, generalmente essa porta solo declino e rovina.
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Re: Senza verità, niente risorgimento
« Risposta #4 il: 07 Aprile 2010, 11:30:58 »


Chi vince la guerrà è chi è più forte ed ha più mezzi, è vero. E chi ha queste caratteristiche è quasi sempre chi appartiene a società più evolute dal punto di vista culturale, sociale ed economico.
E quindi scrive la storia.
No, mi spiace ma devo contraddirti. Chi ha queste caratteristiche è solo numericamente superiore e, chi scrive la storia, la scrive perché la impone.
Se il vincitore porta influenza sullo sconfitto, e capita quasi sempre così, anche lo sconfitto ne trae giovamento, accelerando la propria evoluzione. La seconda guerra mondiale ne è un esempio.
Il vincitore non porta influenza sullo sconfitto, il vincitore conquista ed invade lo sconfitto e la seconda guerra mondiale ne è un esempio (113 basi militari americane sul nostro suolo la dicono lunga), imponendogli tutto ciò che vuole (persino la moneta!)
Quando invece accade che una società non evoluta vinca una guerra contro una società avanzata per pura superiorità numerica o militare, generalmente essa porta solo declino e rovina.
Come è accaduto nella seconda guerra mondiale. I russi sono arrivati in tre milioni a Berlino e gli americani oltre ad aver schierato la più grande flotta aerea di tutti i tempi hanno vinto solo grazie alla resa italiana.
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Re: Senza verità, niente risorgimento
« Risposta #5 il: 07 Aprile 2010, 12:42:17 »

Spesso è numericamente superiore chi ha condizioni sociali migliori.
Napoleone poteva attingere leve al suo esercito grazie al gran numero di Francesi di allora. Il totale superava il numero di cittadini Austriaci,Inglesi eTedeschi.
A proposito della seconda guerra mondiale, gli alleati non trovarono quasi resistenza da parte dei Tedeschi che si ritirarono,dopo il cedimento della "linea gotica",verso il fronte di Berlino cercando di ostacolare i Russi il più possibile. Evidentemente scelsero con chi perdere non a caso.
« Ultima modifica: 07 Aprile 2010, 12:45:49 da Empirico »
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Re: Senza verità, niente risorgimento
« Risposta #6 il: 07 Aprile 2010, 13:39:29 »

"Spesso è numericamente superiore chi ha condizioni sociali migliori.
...
A proposito della seconda guerra mondiale, gli alleati non trovarono quasi resistenza da parte dei Tedeschi che si ritirarono,dopo il cedimento della "linea gotica",verso il fronte di Berlino cercando di ostacolare i Russi il più possibile.
Evidentemente scelsero con chi perdere non a caso.". Empirico

"Quando invece accade che una società non evoluta vinca una guerra contro una società avanzata per pura superiorità numerica o militare, generalmente essa porta solo declino e rovina". GustaV

"Aggiungo che, in ogni caso, la storia la scrive chi vince la guerra e, pertanto, secondo la storia chi vince ha sempre ragione.
Dimentichiamo noi che chi vince non ha (per forza) ragione ma è stato semplicemente più forte o, semplicemente, ha avuto più uomini e più mezzi". Azucarillo

Osservazioni molto interessanti!
Certo che leggere quanto postato inizialmente da Azucarillo sul Risorgimento...
"ancor mi turba".
A veder bene, forse è più glorioso dissertare sul nostro "Rinascimento".  
 
« Ultima modifica: 07 Aprile 2010, 13:41:28 da vincenzog »
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« Risposta #7 il: 07 Aprile 2010, 17:01:49 »

Spesso è numericamente superiore chi ha condizioni sociali migliori.
Falso, è numericamente superiore chi è numericamente superiore (nei casi citati chi aveva un'estensione territoriale sconfinata). Cosa intendi per condizioni sociali migliori? Negli Stati Uniti c'era ancora la schiavitù... I ricchi erano (e sono) pochi.
A proposito della seconda guerra mondiale, gli alleati non trovarono quasi resistenza da parte dei Tedeschi che si ritirarono,dopo il cedimento della "linea gotica",verso il fronte di Berlino cercando di ostacolare i Russi il più possibile. Evidentemente scelsero con chi perdere non a caso.

La linea gotica cedette a causa della resa italiana. Non scelsero con chi perdere, semplicemente andarono a difendere Berlino che stava per essere raggiunta dai russi.
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« Risposta #8 il: 07 Aprile 2010, 17:05:02 »


Certo che leggere quanto postato inizialmente da Azucarillo sul Risorgimento...
"ancor mi turba".
A veder bene, forse è più glorioso dissertare sul nostro "Rinascimento".  
 


Esatto Vincenzo, esatto. È pressoché terrificante. E ancor di più mi fanno rabbrividire le strade e le piazze intitolate a questi presunti eroi ed i discorsi retorici degli insegnanti improvvisati vestiti da politici o, peggio ancora, da opinionisti in tv.
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Re: Senza verità, niente risorgimento
« Risposta #9 il: 07 Aprile 2010, 20:16:35 »

Falso, è numericamente superiore chi è numericamente superiore (nei casi citati chi aveva un'estensione territoriale sconfinata). Cosa intendi per condizioni sociali migliori? Negli Stati Uniti c'era ancora la schiavitù... I ricchi erano (e sono) pochi.
Non riesco a capire a quali casi ti riferisci,parli delle condizioni socio-economiche ai tempi della seconda guerra mondiale?

La linea gotica cedette a causa della resa italiana. Non scelsero con chi perdere, semplicemente andarono a difendere Berlino che stava per essere raggiunta dai russi.
I tedeschi si ritirarono senza minare ne un ponte ne una fabbrica,eppure non era una rotta.Le colonne in uscita dal Trentino non furono neanche mitragliate.
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« Risposta #10 il: 07 Aprile 2010, 20:50:00 »

Chi vince la guerrà è chi è più forte ed ha più mezzi, è vero. E chi ha queste caratteristiche è quasi sempre chi appartiene a società più evolute dal punto di vista culturale, sociale ed economico.
E quindi scrive la storia.
No, mi spiace ma devo contraddirti. Chi ha queste caratteristiche è solo numericamente superiore e, chi scrive la storia, la scrive perché la impone.

Ti rispondo con una sola parola: Israele

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Seconda guerra mondiale: Piano Marshall.
Il dominio americano è sempre e solo stato economico.

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Non ho capito, chi ha portato declino e rovina?... :icon_scratch:
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Re: Senza verità, niente risorgimento
« Risposta #11 il: 13 Aprile 2010, 22:23:18 »

L' Unione Sovietica vincitrice!
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Re: Senza verità, niente risorgimento
« Risposta #12 il: 13 Aprile 2010, 22:25:34 »

L' Unione Sovietica vincitrice!

Sommessamente e con libri di storia alla mano,
tenendo conto di numerosi parametri 'vitali' estintisi...condivido.
 :read2:

P.S.
Sempre parteggiando per una vittoria alleata occidentale,
se gli occidentali d'oltre oceano non fossero intervenuti...
non oso pensare ad una vittoria allor certa in Europa da parte dei Nazisti, evento probabilissimo, russi o non russi .
Come non oso pensare ad una vittoria degli Austriaci un pò di annetti prima, evento probabilissimo anch'esso,
sempre senza l'intervento degli eredi dei Pilgrim Fathers...
Non riesco ad immaginare invece che cosa sarebbe accaduto all'Italia se non avesse avuto l'abitudine di girare i cannoni di 180° nelle ultime due guerre, subito prima od in corso d'opera, come in realtà è accaduto.
Quando d'estate mi trasferisco al mare vicino a Nettuno, non riesco a non commuovermi davanti a quelle croci di tanti giovani che vado spesso a trovare, per non dimenticare quello che molti dimenticano
Egual tristezza mi coglie nel cimitero germanico a Pomezia, sempre deserto, che visito almeno una volta l'anno.
La costante che unisce tutti quei morti è l'età (18-20 anni).
Se fossimo nati negli anni '20, probabilmente saremmo in molti
...in cimiteri diversi delle diverse nazioni.
Le ideologie troppo spesso cucinano gli ideali e bruciano le vite ove scarsa o nulla è la democrazia di partenza.
Le idee pur diverse possono invece convivere, contrastarsi ma sempre orientarsi verso equilibri migliori, se in una democrazia, autolimitando i picchi di odio e violenze.
Ecco perchè sottolineo nuovamente quanto detto da Empirico.
Ma la storia non si scrive con i "se" e con i "ma", più comodo con la fantasia di capaci giornalisti storici, magari tacendo alcune cose ed esaltandone altre, stando sempre dalla parte giusta,
ovviamente; come è avvenuto parlando del risorgimento e di Garibaldi (e di altro) in tutti questi anni.
 

 
« Ultima modifica: 13 Aprile 2010, 23:34:47 da vincenzog »
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