Bruciare le candele è un modo di dire che ho sentito solo qui al Nord e letto sul Forum..da noi si diceva "cotte"..quasi un sinonimo.
Posso capire il malfunzionamento di una candela vecchia, ma capita di leggere anche di candele bruciate il giorno dopo.."mi brucia subito le candele".
I guai che si procurano sulle candele è dato dall'isolamento dell'elettrodo centrale, la porcellana si può fratturare, a volte la troviamo in prossimità dell'elettrodo centrale quasi fusa, vetrificata con "bolle" e lucida sulla superficie, segno che è stata sottoposta a temperature elevate..oppure tutta porosa quasi come sottoposta ad una sabbiatura.
Perchè la scintilla scocchi fra gli elettrodi dipende dall'isolamento dell'elettrodo centrale, sarebbe la proprietà isolante della porcellana a sigillare l'elettrodo fino alla parte visibile dove c'è l'elettrodo di massa.
Le incrostazioni dovute alla combustione che si accumulano intorno alla porcellana non fanno altro che veicolare la scintilla a fare la via più breve per scaricarsi, invece di fare un salto sull'elettrodo di massa.
C'è da ricordare che le pipette e quasi tutte le candele hanno incorporato un resistore, una volta uscita dalla bobina la tensione inizia la sua corsa ad ostacoli, quello che gli occorre per annullare il peso degli handicap è trovare la via più breve per raggiungere il traguardo, è per sua natura, i residui della combustione favoriscono la scarica della scintilla con la radice della candela piuttosto che fare un salto tra gli elettrodi.
L'olio incombusto che aderisce agli elettrodi fa da isolante, non per niente nei trasformatori di corrente e le vecchie bobine di accensione sono riempiti di olio.
Dobbiamo fare molta attenzione nello smontare e stringere le candele, la chiave se non è inserita bene perpendicolare può fratturare la porcellana nella parte che entra nella candela.
Con quella in dotazione non succede, può capitare se usiamo quelle a snodo.